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Confessioni di un malandrino

Mi piace spettinato camminare
Col capo sulle spalle come un lume
Così mi diverto a rischiarare
Il vostro autunno senza piume
Mi piace che mi grandini sul viso
La fitta sassaiola dell’ingiuria
Mi agguanto solo per sentirmi vivo
Al guscio della mia capigliatura

Oggi voglio raccontarvi una storia. Può darsi che sia del tutto inventata, o che è vera solo in parte; può darsi che sia invece vera dall’inizio alla fine: chi può dirlo?
Mettetevi comodi, abbassate le luci fino alla penombra. Vi siete preparati un the o una tisana rilassante? Oppure una cioccolata calda? Bene: iniziate a sorseggiare, chiudete gli occhi, e ascoltate… Oddio, per modo di dire: questo è un articolo scritto, a occhi chiusi non si può leggere! 🙂

Un po’ di tempo fa, uno scacchista non troppo anziano (lo chiameremo “Lot”), ma nemmeno più una giovane promessa (una via di mezzo, insomma) decise di riprendere lo studio e la pratica degli Scacchi. Da giovanotto era uno “tosto”: non perdeva quasi mai, e pur non avendo raggiunto livelli celestiali nel gioco nel suo ambiente era ben considerato. Discreto conoscitore delle aperture, bravino nel mediogioco, altrettanto nei finali, aveva un mentore che chiamava affettuosamente “Maestro”; era forticino o poco più: una 1N poco sotto il valore Elo di un CM. Aveva ricominciato a giocare un po’ per rinata passione, un po’ per scommessa con se stesso: voleva vedere se le sue capacità, dopo tanti e tanti anni, erano ancora al passo. Si mise alla prova, e scoprì che reggeva con disinvoltura l’urto delle molte giovani generazioni che nei decenni si erano prese la scena. Si abituò all’uso degli archivi informatici, anche se continuava a preferire la carta stampata dei libri; coinvolse nel rinnovellato interesse anche un suo nipotino di una decina d’anni; si iscrisse senza convinzione né successo ai nuovissimi “Scacchi online“, che però non riusciva per niente a digerire. Proprio quando, con i vecchi amici di una vita, il nipotino e altre nuove leve si accingeva a prepararsi a tornei individuali e importanti, creando anche un punto di ritrovo (detto “circolo”, anche se in realtà era piuttosto squadrato nella forma: un loft, più che altro), scoppiò in tutto il mondo una terribile epidemia, che bloccò ogni attività. Non si poteva uscire, non si poteva giocare dal vivo, non ci si poteva confrontare… Si dovette reciprocamente accontentare della compagnia del nipotino, ancora più deluso del Nostro, visto che non era riuscito a fare neanche un torneo “vero” dal vivo. Misteriosamente, in un evolutissimo sistema di messaggi telematici, venne contattato da un sedicente valente giocatore. Lot restò inizialmente un po’ perplesso: come faceva il buon Hydrokultur (chiamiamolo così) ad avere il suo numero di telefono? Mah… mistero della Rete! Hydrokultur gli propose di tenersi attivo in una specie di club virtuale, come fosse un circolo di amici, in cui condividere racconti, esperienze, confidenze scacchistiche: “Tanto, purtroppo dal vivo non si può giocare! E ti garantisco -rincarò lo sconosciuto- che non ci sarà mai nulla da pagare!” Lot si iscrisse, e si ritrovò con un centinaio di scacchisti incalliti come lui.

Per diversi mesi in effetti fu divertente: c’erano dibattiti; i più forti che spiegavano i concetti ai neofiti; le eterne discussioni su chi fosse il più grande giocatore di tutti i tempi; i classici “ruoli sociali”, con il troll, il permaloso, il saccente, il timido… Tutti i tipi psicologici che ognuno conosce, insomma. Poi, qua e là cominciò a fare capolino il “piccolo spazio pubblicità”. Tale Grasshopper, con il beneplacito di Hydrokultur (che governava il gruppo con melliflua vérve tirannica), iniziò a pubblicizzare alcune ingenue iniziative a pagamento: offriva un servizio che era completamente gratuito… e chiedeva una tariffa per il servizio! In pratica, avrebbe voluto farsi pagare l’acqua della fontanella pubblica. Pochi furono i gonzi a cascarci, ma il fatto in sé lasciava un pochino interdetto Lot. Si confrontò con Hydrokultur, che con grande imbarazzo tentò improbabili giustificazioni: “Non so chi sia, lo giuro! Io non approvo! Ma come è finito nel mio ‘Shamat’ (il nome del circolo virtuale)? Facciamo così, Lot: tu non crei polemiche in ‘Shamat’, e io lo faccio smettere. Che ne dici?”

Poi, fu la volta di altri servizi, offerti dietro contributo volontario alle spese: un corso speciale via satellite sugli Scacchi vulcaniani; un autografo di Spock in persona; un viaggio via webcam sulla tomba di Fischer: cose così. Sembravano, alla fine, cose tutto sommato accettabili, inserite in un gioco per adulti in stile D&D in cui c’era il gruppo ‘Shamat’, la “Camera dei Rappresentanti di ‘Shamat’ “, l’ “Assemblea sovrana di ‘Shamat’ “, i “Magici Sondaggi di ‘Shamat’ ” e così via. Hydrokultur aveva l’abitudine di offrire cariche di questo altissimo prestigio, per le quali si narrava di accoltellamenti notturni e zuffe diurne furibonde fra i membri del circolo virtuale pur di ottenerle, a coloro con i quali aveva avuto qualche discussione più accesa e/o a coloro che lui “sentiva” di non potere soggiogare ai suoi innocenti (ma in qualche modo per lui importanti) giochini di ruolo. Pomposo e maestoso nella sua Celeste e Ineffabile Infallibilità, dispensava questi corposi doni, dando spesso un colpo al cerchio e un altro alla botte.

Un giorno fece scendere Lot dalla giostra. Di colpo e senza motivo, da uomo di fiducia, pietra angolare su cui costruire la ricostruzione del movimento scacchistico italiano, ottimo divulgatore, Lot fu subdolamente accusato del peggiore dei reati che si possa fare a un giocatore online di Scacchi: quello di essere un cheater, un baro, un imbroglione, un malandrino per chissà quali fini (visti anche i suoi punteggi online, largamente al di sotto alle sue performance a tavolino). Scattò tutto, inspiegabilmente, dalla risoluzione di alcuni facili diagrammi. Da quel momento, Hydrokultur si mostrò un implacabile persecutore di Lot. Quest’ultimo aveva anche mostrato in ‘Shamat’ alcune sue belle partite: fu la fine. Padroneggiando appieno lo stile del ‘Barbiere di Siviglia’ (“La calunnia è un venticello/un’arietta assai gentil”) utilizzò astutamente alcune confidenze che Lot gli aveva fatto. Lo mise in pessima luce, adombrando il sospetto che le sue prove sulla scacchiera non fossero il frutto di un modesto talento e di un antico (vetusto?) studio del Nobil Giuoco, ma che fossero invece espressione dell’incorporea ideazione di un cuore di silicio: in altri termini, che barasse, usando i famosi (e famigerati a un tempo) “motori scacchstici”. Lot si sorprese; si offese; si risentì. Essere un “dopato negli Scacchi” era un’accusa infamante! Chiese spiegazioni, e in risposta Hydrokultur pretese da lui “le scuse”. Il satrapo telematico alternava blandizie e minacce, ma era irremovibile: voleva vampirizzare la sottomissione di Lot. Che, finalmente, reagì. Hydrokultur, ipocrita come sempre, dapprima (vista la mala parata) si accreditò come persona saggia: “Non sia mai che io caccio qualcuno da ‘Shamat’ perché non va d’accordo con me! Io sono una persona seria!”. Fece calmare le acque; poi, nel silenzio vile della notte, colpì, dando l’ostracismo all’innocente Lot. Che aveva sì un gran bel caratterino, ma che da tempo si era praticamente ritirato dalla presenza virtuale in ‘Shamat’. Un agguato in piena regola, senza giustificazioni. E condito, poi, dalla minaccia di divulgare “un piccolo segreto, e cioè che Lot era un volgarissimo baro”. “Pensa, Lot: per ora lo sanno solo i membri di ‘Shamat’: ti dispiacerebbe di più se lo raccontassi a tutti, no? Quindi, taci. Non raccontare delle contribuzioni volontarie; non dire a nessuno delle iniziative gratuite a pagamento. Non ti conviene. Ti sei scelto un nemico pericoloso, Lot: io sono un Principe del Buco, il Re dei Gabellatori. Tu tacerai”. Lot chinò il capo.

Questa la storia. Ma io non sono come Lot, e non chino il capo. E nel proclamare che Lot era un malandrino, un vero cheater (perché aveva studiato tanto e ricordava molto; perché cercava di prepararsi, anche con i motori, sugli avversari che doveva incontrare; perché esplorava linee che presumeva potessero non piacere al suo avversario), dico anche questo.
Non fidatevi degli sconosciuti. Lasciate perdere chi vi blandisce promettendovi viaggi su Marte al costo di un abbonamento base a Sky. Inseguite e pretendete la qualità di chi ha referenze da esibire, non di chi si gingilla con parodie di Organizzazioni Istituzionali vantando seguiti numerici di bassa lega.
Come dite? Vorreste sapere quali sono gli strumenti di cheating, di imbroglio che usava Lot? Eccone alcuni. Ne mancano molti, e mancano tutti quelli in formato elettronico.

Buon Natale, comunque a tutti.

NB:
QUESTO È UN ARTICOLO DI FANTASIA. QUALSIASI RIFERIMENTO A FATTI, ORGANIZZAZIONI O PERSONE REALMENTE ESISTENTI O ESISTITE È DEL TUTTO CASUALE E NON VOLUTO. 🙂

Il Lato Oscuro della Forza

La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Ah… Io sento in te molta paura.

Il vigore di un Jedi scaturisce dalla Forza, ma attento al Lato Oscuro! Rabbia, paura, violenza: sono loro il Lato Oscuro! Veloci ti raggiungono quando combatti! Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per sempre essa dominerà il tuo destino! (Maestro Yoda).

In realtà, questo articolo avrebbe voluto essere il resoconto di un esperimento molto interessante, che in salse diverse parecchi sodalizi scacchistici stanno mettendo in pratica per aggirare le limitazioni dovute all’epidemia di Covid-19. Per esempio, io ho l’onore di far parte della squadra “Robert J. Fischer” del gruppo “Checkline” dell’amico Emanuele Serra, e il venerdì sera alle 21 meniamo (oddio… io ci provo!) botte da orbi per la promozione in serie A, una serie A che si gioca interamente online, sul notissimo sito lichess.org (anche se io, come dico sempre, preferisco Chess.com, che mi permette di sfruttare le funzionalità della mia scacchiera DGT Bluetooth, regalissimo di compleanno di mia moglie, due anni fa, completa di DGTPi (orologio con motori scacchistici) in omaggio.

La settimana scorsa, insieme a mio figlio abbiamo volentieri partecipato a quello che, nelle premesse, sembrava molto interessante: un 25’+20″, da giocare su 9 turni, garantito sia dall’Organizzazione (non è importante e non serve sapere quale fosse), che dalla piattaforma di iscrizione e logistica; anche questo torneo si giocava su Lichess, con quasi 200 iscritti e partecipanti. Bene: mi corre l’obbligo (e il piacere!) di comunicare subito che Alessandro Fabio ha chiuso con l’ottimo punteggio di 4.5 su 9, ottenendo il mio stesso risultato! Però… c’è un però.

Ho avuto un inizio brillante: 2.5/3, poi 4/5. Negli ultimi 4 turni, mezzo punto faticosissimo, e poi un bell’«arrocco lungo», con tre sconfitte consecutive, in cui non ho toccato palla. Alla fine potrebbe anche essere normale: sono arrivato a giocare in 7a scacchiera, e ho iniziato a incontrare avversari più forti che mi hanno battuto. Giusto? Beh, non proprio. Anzi, no. Vediamo perché.

La parola chiave di questo articolo, infatti, è “cheating“: in italiano, imbroglio; in termini scacchistici, bravi giocatori (ma soprattutto brave persone) che online si fanno aiutare da un computer, da un software, da un motore: da una dannata macchina, insomma. Se fosse stato un torneo ICCF, o uno di “scacchi assistiti”, nessun problema: l’ausilio tecnologico è perfettamente legale, in quei casi. Ma questo non era uno di quei casi. Questo problema, nel torneo, si era affacciato fin dai primi turni: 3N sessantenni che bistrattavano, soprattutto con percentuali di errore irrisorie,  CM molto forti in ascesa; addirittura NC che mettevano alle corde, sconfiggendoli, Maestri e Maestri FIDE. Subito individuati, sono stati giustamente espulsi dal torneo. Ma nella seconda metà, il problema è letteralmente esploso. Andiamo per ordine.

Sabato 2 maggio, mattina, ore 10.30, 6° turno. Il mio avversario ha il B; è giovane, qualche decina di punti Elo meno di me. Do un’occhiata alle sue partite precedenti in torneo; incidentalmente scopro che un nickname pressoché identico al suo (il solo cognome, praticamente unico nel suo genere) è stato bloccato da Lichess perché “Questo giocatore si fa aiutare da un computer“. Vabbè, sarà un caso. Ci gioco. Sistema di Londra, partita estenuante benché semplice nella posizione, esco mentalmente distrutto, ma patto. Faccio l’analisi al volo su Lichess (funzionalità tipica del server) e resto a bocca aperta: 4 centesimi di pedone persi da me in media rispetto all’analisi di Stockfish 11, 3 persi da lui. Mi confronto con qualche amico, arriviamo alla conclusione che forse era una variante pattaiola studiata al computer, quasi forzata essendo la posizione lineare. La sera perdo, giocando maluccio anziché no (la partita della mattina mi ha veramente prosciugato: comincio a ricordare perché ho smesso di fare tornei, da quando esiste la formula week-end), ma ho un tarlo in testa… La parte agonistica la faccio breve, perché mi interessa di più il «succhio» 😀 del discorso. La mattina dopo, stessa storia: non entro neanche in partita, seconda botta di seguito. Oh, m’ha fatto malissimo essere partito bene, mannaggia la miseria… La sera, ultimo turno, l’apoteosi: mentre Alex vince la sua partita rapidamente, con un po’ di fortuna e molta astuzia, io affronto un ragazzetto di 11 anni. 1265 punti a tavolino (io, sebbene “stagionati”, ne ho 1876), gioca col B contro di me una Najdorf con una precisione stupefacente, approfitta di una mia impostazione posizionale superficiale, ma fa mosse “strane”, di attesa… soprattutto non indebolisce mai la sua posizione, anzi aumenta spietatamente la pressione sulla mia. E vince. Non me lo spiego: 11 anni, Elo basso, alcune partite a casaccio le avevo esaminate e lasciava pezzi e pedoni in presa, mai giocata la Najdorf e con me pare Fabio Marino che gioca contro sua figlia Ilaria? (NdA: “l’ineffabile Hila“, come l’apostrofa affettuosamente il Maestro, sa solo come si muovono i pezzi). Faccio subito l’analisi su Lichess, e che scopro? Che mentre io ho lasciato sul terreno 38 centesimi di pedone in media, con 3 imprecisioni, 1 errore e 1 errore grave, il bimbo che avevo di fronte ha perso la bellezza  di 12 centesimi di pedone, senza commettere nessun errore… “Int’ a stu fatt’ nun ce veco chiaro”, avrebbe commentato il grande Totò. Con il cipiglio del nobile decaduto, a torneo finito mi metto dunque a controllare le partite dei due avversari più sospetti, che chiamerò il Gatto (il primo, quello quasi pari al mio Elo, autore di vittorie contro gente altamente titolata -me escluso! 🙂 ) e la Volpe, il pischelletto che mi aveva strapazzato all’ultimo turno. Per inciso, ho controllato anche qualche altro miracolato che ho incontrato, ma questi due casi sono i più emblematici.


Il furbo caso del Gatto…

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro questo Gatto della Bassa al 6° turno del torneo. Oltre 1800 di Elo, 15 anni circa; stile di gioco lineare, attento, nulla di che. Ultima partita a tempo comparabile giocata 8 mesi fa, finita patta. Con Fischer? No. Con Larsen? No. Con Westerinen? Nemmeno. Con un tizio valutato da sistema Lichess (che, lo ricordo, non è uguale all’Elo) 1478. Che dice l’analisi del computer? Che il Micetto ha avuto una prestazione molto modesta: ha commesso un errore e un errore grave, perdendo sul terreno una media di 42 centesimi di pedone. Ci sta, qualunque giocatore medio ha quel tipo di valutazione da parte dello sbrigativo Stockfish online. Va bene, sarà stata una giornata storta, magari. E invece no: è la norma quel tipo di prestazioni, per il Gatto. Anzi, pure peggio.
Inizia il torneo online. Ora, è verissimo che a 15 anni si  migliora (e peggiora) drammaticamente in poco tempo. Però qui si esagera! Prima partita, opposto a un avversario “facile”: scacco matto in 31 mosse, 7 centesimi di pedone persi. OK, evidentemente in buona giornata. Seconda partita: furbata, e infatti patta, non irresistibilmente, con una perdita di 24 centesimi di pedone. O forse si era bloccato il motore? Io non lo so, ma alla terza patta di nuovo: 8 centesimi di pedone persi, e nessuna imprecisione. Poffarbacco, il Gatto è forte! Sta ancora giù in classifica, ma disintegra (10 centesimi persi) il suo quarto avversario; poi gioca con me, quella partita “perfetta” da parte di entrambi a cui ho fatto cenno. Infine, il trionfo: salito ormai verso l’alto della classifica, finisce con un 3/3 (battendo avversari ben più quotati, ma di tanto, di me) perdendo rispettivamente nelle singole partite 12, 12 e 15 centesimi di pedone. Il suo curriculum artigliato e felino in questa competizione è migliore di quello di Carlsen: su 9 partite e circa 400 mosse giocate, il Gatto ha commesso “alla bellezza” di 4-imprecisioni-4 e 2-errori-2. Che vi devo dire? Avrò avuto la sfortuna (io e gli altri 8) di incontrare il futuro Campione della Federazione dei Pianeti Uniti. Caspita, potrò raccontarlo ai nipoti.

 


… e l’astuta Comare Volpe

 

 

 

 

 

“Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai?”, cantava Edordo Bennato in un album del lontanissimo 1977. Già, perché i compari di solito sono due. Questi forse non stanno in società, ma o’ fatt’ è chisto, statemi a sentire. Undici anni e il computer tanto pieno di tecnologia, 1265 punti a tavolino, ben 1097 nella corrispondenza Lichess, repertorio assai limitato (come sarebbe naturale). Prima partita del torneo, secondo gli standard che ci si aspetterebbe da questo tipo di giovanissimo giocatore: sconfitta e 45 centesimi persi. Seconda partita,pronto riscatto, ma dura solo 10 mosse per via della svistissima dell’avversario. Andiamo avanti? Certo! Come va la terza partita? Vittoria normale, senza ombre (44 centesimi persi, svariate imprecisioni); quarta idem, ma la media dei punti persi già si abbassa, scendendo a 25. OK, il rodaggio funziona! Il talento c’è, la forma la stiamo raggiungendo. Intermezzo della Volpicella con un’amichevole di allenamento, e si sprofonda: con 3 imprecisioni, 2 errori e 47 centesimi persi si ritorna agli standard di sempre. Ma alla sera… come tutti gli animali notturni, il nostro giovanissimo volpacchiotto si trasforma: bang! Vittoria schiacciante, 11 centesimi di pedone persi. Ohibò! Altro che altalena! Ottavo turno: ecchebotto! Il volpicolo asfalta in 27 mosse l’avversario, 13 centesimi persi… Non è che mi devo preoccupare? Lo scopro la sera: per la prima volta il Volpacchiotto gioca, col Bianco, la Najdorf. Deve essersi guardato qualche mia partita (e non c’è niente di male), mi piazza la rara 6. Ad3 alla sesta mossa. Poi, implacabilmente, mentre io metto in atto scelte discutibili lui azzanna alla carotide la mia posizione. Non lascia in presa nulla, non arretra, non esita; si fa anche un paio di quelle belle mosse di attesa che piacciono tanto ai Silicei da Turing in poi (tipo Rh1); alla fine, vince con una sola imprecisione (discutibile, è un tratto in piena apertura) e 12 centesimi persi. Ho rigiocato al computer, subito dopo, la stessa partita, utilizzando un server cloud su cui è montato Stockfish 11. Come? Massì, avete capito: tranne che in due circostanze, le sue mosse coincidevano con la prima scelta del motore.

Morale. In un mondo in cui tutto va online anche per motivi sanitari, è chiaro che la tentazione di farsi dire “Bene, bravo, sette più!” sia altissima. Ma il Lato Oscuro, che accorcia i tempi (c’est plus facile, come Sanbitter), va evitato. Siete giovani, o addirittura piccoli. Fatevi un favore. Studiate e cercate di vincere di vostro, con la vostra testa. Non siete (ancora, e non lo sarete mai, se continuate così) Fischer, sospettato dai Sovietici di influenzare con chissà quali marchingegni Spasskij nel 1972.
E sia chiaro: non sto allontanando da me l’ipotesi di non aver giocato bene, non mi interessa. Ho esposto i fatti, come li ho esposti all’Organizzazione e a Lichess, senza ottenere un cencio di risposta. Alla faccia dei sofisticati (??) sistemi anticheating che i siti di scacchi vantano…

Chi mi legge ha gli strumenti per valutare. Come dite? I nomi? No, quelli no. Però, devo dire che io spesso faccio come JFK: perdono i miei nemici, ma non dimentico mai i loro nomi.

Nel caso in cui qualcuno fosse ancora scettico, ecco un grafico, fornitomi da un caro amico, esperto scacchista e Istruttore. Mette in correlazione Elo, cadenza di gioco e perdite-medie di centesimi di pedoni. Vale. davvero di più un’immagine, che diecimila parole, credo. Il gioco dei Re non può essere ucciso da mocciosi e adulti che imbrogliano. Bisogna trovare una soluzione.

 

 

CIS Promozione Lazio 7: e due!

La bellezza del CIS di quest’anno è che non c’è neanche il tempo di rifiatare, visto il susseguirsi quasi continuo delle partite.

E così, domenica 1 marzo c’è stata un’altra bella giornata dedicata agli scacchi, questa volta ospitati (come spesso accade  grazie al sodalizio locale e  alla sensibilità dell’Amministrazione locale) nella suggestiva sala del Palazzo Ducale di Atina,

con il secondo turno. Prosegue la nostra marcia positiva con la netta vittoria per 3 a 1 sulla giovane e tenace compagine dell’Alfiere di Atina, che vanta anche uno dei giocatori più giovani dell’intera competizione, penso anche a livello nazionale: mi riferisco a Leonardo Pagnani, “veterano” di ben 7 anni, che ha ereditato la passione da nonno Paolo. E, se l’amico Paolo mi consente 🙂 , si spera che abbia anche un talento ben maggiore! Nel senso che abbiamo bisogno di bambini e ragazzini dotati, per sperare in un futuro degli Scacchi in zona. Troppo presto per fare previsioni, naturalmente, ma se l’interesse e la  voglia rimangono… beh, a 7 anni si può  solo migliorare! In zona abbiamo una nidiata di potenziali campioncini: se si riuscisse a  coordinare efficacemente l’attività giovanile, il ricambio sarebbe assicurato, e a un livello ben più alto di quello attuale.

Nel nostro incontro, in prima scacchiera Luca Di Gasparro si è battuto bene contro di me, ma purtroppo perdere banalmente un pedone alla 14a mossa (cedendo per di più l’iniziativa) non è mai una buona idea… A Luca va dato atto

Esordio vittorioso in “Lazio 7”!

Il neonato sodalizio tutto cassinate “Erre J Effe” (a proposito: vi abbiamo già detto che ci trovate alla “Casa della Cultura”, al parco “Baden Powell” di Cassino, vero?), affiliato al più ampio circolo “multi-territorio” “Quattro Torri-G. Castello“, era atteso al battesimo delle 64 caselle il 23 Febbraio 2020 nel Campionato Italiano a Squadre, girone Lazio 7. A farci visita, la temibile compagine dell’Accademia Scacchistica Ciociara 3, che schierava in prima scacchiera un Candidato Maestro del calibro di Massimo Megale (Elo FIDE 2023), in seconda l’espertissimo e coriaceo Domenico Procacci (2N, Elo FIDE 1740), in terza l’altra 2N Massimo Vecchio (1592) e in quarta l’esordiente NC Domenico Corobolo.

I colori cassinati erano difesi da

Se son rose…

Come ormai è noto, con dispiacere la nostra sezione scacchistica ha intrapreso un percorso differente da quello che aveva riavvicinato molti di noi agli Scacchi giocati. Attualmente siamo tutti tesserati per il  sodalizio “Quattro Torri” (presieduto dal primo Grande Maestro internazionale italiano, Sergio Mariotti), con l’ambizione non troppo segreta di diventare completamente autonomi entro l’anno. A questo proposito, un ringraziamento particolare va ad Alessandro Pompa, che ci ha coadiuvato con estrema gentilezza e  disponibilità!

Proprio per  “testare” le nostre possibilità, e visto che lo  scorso anno il Campionato provinciale a squadre ci aveva visti vincitori, abbiamo iscritto una formazione al CIS, nella serie “Promozione”. Non senza dubbi e timori, naturalmente. Ma in vista  del primo turno, il prossimo 23 febbraio, una bella  sorpresa ci ha dato una bella spinta, in termini di fiducia!
Il più giovane di tutti noi, Alessandro Fabio Marino (che già conoscete come “Alex il Fischeriano“), non solo se  n’è andato in trasferta in quel di Frascati a giocare le qualificazioni per il Campionato Italiano Giovanile; non solo ha vinto

Finale (Rapid) di stagione

Domenica 16 Giugno, nei locali dello splendido Palazzo Ducale di Atina, si è tenuto l’ormai classico torneo sociale Rapid di chiusura della stagione 2018/2019. Una stagione particolarmente intensa, che ha visto la realizzazione del I Campionato provinciale a squadre e la partecipazione di parecchie formazioni nel C.I.S., con la “punta di diamante” della serie C che si è battuta con grande onore fino alla fine. Un plauso anche alle squadre di Promozione, che hanno sostenuto un percorso da protagoniste nella serie inferiore, di buon auspicio per l’immediato futuro.

La cornice della manifestazione ha visto anche la presentazione del primo evento, importantissimo, della prossima stagione:

Campionato Italiano a Squadre: la situazione

Il nostro Circolo ormai da anni partecipa al Campionato Italiano a Squadre (CIS); tre anni fa, la squadra “principale”, capitanata dal presidente Renato Verdicchio, colse la promozione in serie C. L’anno successivo, rafforzata nei ranghi, conquistò una insperata salvezza all’ultima giornata; l’anno scorso la salvezza fu decisamente tranquilla, e la nostra formazione riuscì a precedere anche la titolatissima squadra dell’amico Michele Blonna.

In questo 2019, il nostro sodalizio schiera addirittura 4 formazioni: accanto a quella della serie C, infatti, la crescita sportiva è confermata dalle squadre di “Promozione”: Old Team, New Team e Junior Team raggruppano rispettivamente le “vecchie glorie” (sempre in agguato per un posto nella categoria superiore, naturalmente) come Sergio Sollima e Fulvio Pantano.

Campionato Provinciale a Squadre: punto. E a capo. – 6a giornata

Il 26 Gennaio 2019 è una data che resterà impressa a lungo nella memoria degli Scacchisti del Lazio Meridionale: dopo un percorso entusiasmante lungo due mesi, si è concluso il I Campionato Provinciale a Squadre in quel di Sora, ospiti della splendida cornice di Bibliote’. Scontata la vittoria finale di Cassino già dalla penultima giornata, ci si sarebbe magari aspettati un generale rilassamento. Invece, i giocatori hanno messo in campo la solita verve, dando fondo alle risorse tattiche e strategiche pur di prevalere. La dimensione più nobile del Nobil Giuoco si è manifestata in maniera straordinaria, evidenziando il contrasto fra il gioco tecnicistico di élite attuale e l’entusiasmo cappellaro dei cosiddetti “amatori”. E sia chiaro: le 100, 1.000, 10.000 “Immortali” di Pinco (NC) contro Pallo (3N), giocate ogni giorno nei peggiori bar di Caracas (cit.), hanno una qualità intrinseca infinitamente superiore alle ineccepibili partite di un mondiale così sciapo, da dare l’impressione che il sale in casa sia finito… È solo nostalgia quella che mi spinge ad amare allo spasimo le finali giocate da Capablanca, Alekhine, Euwe, Botvinnik, Bronstein, Smyslov, Tal, Petrosjan, Spasskij, Fischer, Karpov e Kasparov, oppure il sapore di quei match mantiene intatto il retrogusto di un gioco inimitabile, che l’imitazione umana dei motori rischia di svilire?

Per venire a noi, i Black&Decker di Cassino hanno sbancato di nuovo, battendo l’ottima Atina per 2½ a 1½. In prima scacchiera ho dovuto schierare me stesso, a furor di popolo. Oddio, più che altro perché i giocatori erano finiti… e meno male che Paolo Marcelli era rimasto incantato da Akon, sennò -per rimanere in tema musicale- col piffero che gli facevo ballare l’hully-gully come avvenuto in partita! In seconda Gambelli liquidava il combattivo Rufo, lasciando però una domanda in sospeso: perché si sono messi a giocare una semi-lampo, se avevano un’ora a testa? Patta combattuta ma non piatta fra Notarangelo e Fazio, mentre in quarta scacchiera Roberto Di Vizio concludeva il suo prestito oneroso agli Atinati battendo in un’apertura -ehm…- eccentrica Marino Junior, al quale hanno poi spiegato che il torneo non era un 3+0, ma uno a tempo lungo: “Cavolo, non me lo potevano dire due mesi fa?”, ha esclamato il Principino, dardeggiando un’occhiata di severo cipiglio all’inefficiente genitore.

Il momento della premiazione della città Campione: Daniel Caira consegna ad Alessandro Fabio Marino l’ambito trofeo. Gli altri sogghignano, pensando all’assente Maestro.

Dall’altra parte, i cavalli di Frisia di Valcomino hanno purtroppo ceduto davanti all’assalto all’arma bianca con forbici, cesoie, lambrusco, rose, coltelli e pop-corn dei Sorani, nonostante la stoica resistenza (sfociata in patta) messa in atto da Caira contro Pantano, che pur avvinghiando alla carotide il giovane avversario, non è riuscito a scavallare i frangiflutti di Daniel. Operazione Tempesta, invece, riuscita da Di Gasparro, anche se l’ottimo Mancini non perde il solito sorriso sotto i baffi del cappello… o era il cappello quello che stava sotto i baffi?

Concludendo, concludendo: “Vince Cassino col sigillo Bianco&Nero“. Anche senza la montagna, Sora ci guadagna, scavalcando Atina al secondo posto, mentre Valcomino chiude in quarta posizione. Ma guardiamo il lato positivo: Mancini and co. sono i primi! Partendo dal basso, naturalmente: ma non lo dice anche il Vangelo: “Beati gli ultimi, perché saranno i primi”?
Battute a parte, un ringraziamento sentito va indistintamente a tutti coloro che hanno patecipato, a qualunque titolo, a questo torneo. Tutti speriamo che sia stato un buon viatico per l’imminente Campionato Italiano a Squadre, dove il nostro Circolo è chiamato a importanti conferme. Dopo la sofferta salvezza di due anni fa, e quella tranquilla con vista-promozione in B l’anno scorso, le ambizioni non possono essere più nascoste. Per quanto mi riguarda, spero di mantenere un’imbattibilità (ormai lunga 21 mesi), che mi onora; ma soprattuto spero di fornire un utile contributo alla causa. E auguro ai più giovani della squadra “Juniores” (non me ne vogliano gli altri) i migliori successi, finalmente: lo meritano, e ne hanno le capacità. Sono infine certo che i Veterani degli Anni ’70, a cominciare dal Maestro Sergio Sollima, continuando con Pantano e Catracchia, sapranno spiegare efficacemente il concetto di “classe” ai futuri (malcapitati) avversari. Aspettando il Presidente, naturalmente, che non si è troppo sprecato in questi mesi. Ma si sa: l’insegnamento assorbe. I discenti assorbono. Il docente invece si dissecca. 😀

PS: siamo pronti per una seconda edizione, magari allargata? Su, dai!

Menzione speciale per l’unica Signora in lizza: Giovanna Porretta![/caption]

 

 

Campionato Provinciale a Squadre: il punto – 5a giornata

Sabato 12 gennaio la sede di Cassino (presso la “Casa della Cultura”, parco Baden Powell) ha ospitato il penultimo turno dell’apprezzatissimo Campionato Provinciale a Squadre 2018/19. E proprio la formazione di Cassino, come forse fin dall’inizio si poteva ipotizzare e nonostante il massiccio turn over messo in atto in tutti gli incontri, battendo nel “ritorno” Sora con un secco 3 a 1 ha conquistato il titolo, con una giornata d’anticipo. A dire il vero, il quadro pareva già delineato dall’ultimo turno del 2018, allorché -pur pareggiando abbastanza sorprendentemente contro il valoroso Valcomino- la formazione dell’ “Erre J Effe” aveva a sua disposizione un ampio ventaglio di risultati per aggiudicarsi il Campionato: il cospicuo vantaggio accumulato proprio su Valcomino (5 punti) permetteva ai Cassinati di guardare con fiducia ai successivi due incontri, nei quali il pareggio sarebbe bastato per mettere in cascina il titolo. Da fonti solitamente abbastanza attendibili abbiamo appreso che la risonanza del Campionato, già vastissima, è stata attentamente monitorata da una task force nominata dalle FIDE (che come certamente ricorderete ha vanamente tentato di boicottare la manifestazione, mettendo in programma in quasi contemporanea un oscuro e moscio campionato individuale fra giovinotti di belle speranze). Gli esperti FIDE (si vocifera che fossero un quintetto

Campionato Provinciale a Squadre: il punto – 2a giornata

Continua l’appassionato Campionato organizzato dal nostro Circolo e dalla nostra Sezione cassinate. L’entusiasmo è palpabile, la tensione al punto giusto e questi due ingredienti, accompagnati da una certa perizia di tutti i partecipanti, hanno prodotto una situazione di estrema tensione in tutte le scacchiere. Sabato scorso, 1 Dicembre,  nell’accogliente sede di Cassino, la battaglia lignea ha visto contrapposta la formazione di Cassino a Sora, mentre è stato derby vero fra Atina e Valcomino. I Capitani hanno effettuato il giusto turn over  (tacitamente programmato per consentire la più ampia partecipazione); così, per Sora c’è stato l’esordio,  peraltro sfortunato, di Monsieur Le President, Renato Verdicchio, che se l’è vista, ahilui, contro il concentratissimo e fortissimo Fabrizio De Cristofano in una Spagnola chiusa molto tesa. Io ho magnanimamente (e furbescamente: in questo modo si avvicina a passi da gigante la chiusura di un 2018 da imbattuto, roba che se lo sapevano a Londra mi avrebbero sicuramente convocato) ceduto il mio posto di Prima Scacchiera Galattica, confermando però