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Category ArchiveAvventure in Bianco e Nero

A zonzo per le scacchiere – 1

Cos’è una simultanea? È un effervescente show scacchistico, una festa in famiglia con un invitato speciale, uno spettacolo anche visivamente coinvolgente, con le tante scacchiere e le tante teste schierate in fila e un signore itinerante che, man mano che le partite finiscono, rende più serrato il suo girovagare. Dal punto di vista tecnico, presenta una serie di particolarità non prive di interesse. Intanto è un’occasione per chi vi partecipa di cimentarsi con un GM o comunque un giocatore di nota forza (con il quale non si avrebbe altrimenti la possibilità di giocare, a meno di far parte di un circolo prestigioso) nonché un buon allenamento per lo stesso simultaneista oltre che, in alcuni casi, una forma di autopromozione. Il simultaneista deve visualizzare in poco tempo e dall’alto tante posizioni: è ovvio che maggiore è la resistenza degli avversari nel loro complesso, maggiore l’impegno per lui. Quando le scacchiere in gioco si riducono,

Miniature fantastiche e dove trovarle – Il Nimzocidio

Ivan Myall è un forte amatore di 72 anni. Tipico gentleman inglese, è stato un nuotatore di altissimo livello, avendo conquistato due medaglie di bronzo nelle staffette 4×100 e 4×200 stile libero nei Giochi del Commonwealth del 1970. La partita che pubblico oggi (traducendola dall’ultimo numero di American Chess Magazine: a proposito, almeno un numero state meditando di comprarlo, o vi devo ancora convincere? PS: non sono un loro rappresentante, né incasso qualcosa se acquistate da loro… precisiamolo!) fu premiata come “Partita del giorno”, e, ovviamente, è una miniatura.
Lascio la parola allo stesso conduttore dei micidiali pezzi neri (avete notato

Miniature fantastiche e dove trovarle – Il Principato Nero

American Chess Magazine è una rivista veramente interessante. Nell’estate del 2019 acquistai il fascicolo monografico su Bobby Fischer, redatto in occasione del 50° anniversario della pubblicazione di “60 partite da ricordare“. La rivista è davvero eccezionale: carta patinata e “profumata”; contenuti di grande spessore tecnico; rubriche di storia e aneddotica; interviste esclusive; collaboratori di rilievo internazionale assoluto: il Gotha degli Scacchi, assolutamente! A un prezzo aristocratico, devo dire…
A ridosso di Natale, ho avuto la sorpresa di trovare nella casella di posta elettronica un’offerta straordinaria da parte dell’Editore: 50% di sconto sugli ultimi 4, 6 o 12 fascicoli (ognuno di esattamente 100 pagine), con abbuono delle spese di spedizione, qualunque fosse l’indirizzo sul pianeta Terra. Immagino che avreste fatto anche voi quello che ho fatto io, giusto? E infatti, in 4-giorni-4 mi sono arrivate le copie ordinate, “Just before Christmas“, come dicevano nella email. Dovete sapere che una delle caratteristiche di ACM è

Rapid di Natale 2020: Gambelli-Saragosa 0-1 – Col coltello fra i denti!

Voglio chiudere l’anno con un rapido commento a una partita del nostro Rapid di Natale, segnalatami… dallo sconfitto! Uno scontro generazionale ricco di colpi di scena, imprecisioni e belle mosse, che dà l’idea di quello che dovrebbero essere gli scacchi: un gioco/sport schietto, fallibile, affascinante per la ricerca della verità all’interno di una sequenza infinita di errori. Una lotta leale, ma col coltello fra i denti.

Signore e Signori, auguri di felice 2021, e scatenate gli Scacchi che sono in voi!
Anche da Singapore…

Una partita da brividi… Più Halloween che Capodanno, ma un bell’esempio di tattica forsennata. In tutti i sensi 😀

E va bene, andiamo online!

Come sapete, esiste nel nostro Circolo una robusta resistenza a giocare online. C’è chi si è attrezzato, per ridurre l’impatto del 2D degli schermi, con una scacchiera normale su cui replicare le mosse dal video; l’esaurito di turno, che usa invece proprio una scacchiera DGT; gli insofferenti assoluti, che invece non giocano online neppure sotto tortura o minaccia. Aspettare giorni migliori si può; ma restare inerti del tutto proprio no. Così, quando il nostro Roberto Di Vizio (“Magico165 su chess.com) ha insistito, insistito e poi insistito per organizzare un Rapid sociale nei giorni “rossi”, in 10 abbiamo accolto il suo appello. Ne è venuta fuori un’intensa “due giorni” di un torneo all’italiana (11 turni, 10 partite ciascuno, 15 minuti+ 10 secondi di incremento su piattaforma chess.com), che ha riservato qualche sorpresa, ma soprattutto ha prodotto diverse belle partite e divertimento (impegnativo, ma assicurato) per tutti. È stato anche il torneo di esordio assoluto per il nostro neo-acquisto Alessandro (l’ennesimo con questo nome… 🙂 ) Sordini (“Italotedesco”), che ha chiuso

Una questione… virtuale

Dice: “Ma tu non perdi mai? O fai il furbetto e pubblichi solo quello che ti mette in bella evidenza?” Beh, in effetti non perdo moltissimo. Anche perché gioco poco 😀 Però non è nemmeno facile battermi, a dire il vero 😉
Questa, per esempio, è l’unica partita che ho perso in 4 anni di CIS (e le partite del torneo le ho giocate tutte, quasi sempre in 1a scacchiera e contro CM di notevole valenza (spesso dai 1980 FIDE in su) o contro ottime 1N: questo per dire che, nonostante l’età, non è che mi metto a pettinare le bambole quando gioco…
Ho chiesto al Maestro, Sergio Sollima, di commentare questa sconfitta: me la inflisse quasi 4 anni fa l’allora emergente (e ormai affermatissimo) co-patron di “Gambito Club”, Alex Melchior, nell’incontro decisivo per la promozione in serie B. Contribuii, ahimé, al risveglio dal sogno. Ricordo perfettamente l’altalena di emozioni di questa Est-Indiana: era quando ancora giocavo solo 1. d4 (sono sempre stato estremista nella scelta delle aperture). Una partita imperfetta per entrambi, ma straordinaria per l’intensità del gioco. La partita è la Marino-Melchior. L’anno il 2017. Il nome della competizione è CIS. Il commento è di Sergio Sollima. In corsivo i suoi commenti; le mie brevi note in testo normale.

Una delle differenze principali fra il giocatore di livello superiore (Grande Maestro, Maestro Internazionale, Maestro Fide, che chiameremo G1) e il giocatore di livello inferiore (che chiameremo G2) consiste in quella capacità di lettura della partita che chiamo la “visione virtuale”. Una volta usciti dalla fase dell’apertura, codificata, come si sa, per un buon numero di mosse, nel momento in cui una partita assume un suo determinato volto, G2 potrà anche disporre di un’ottima capacità di analisi, che però, in genere, resta legata alla posizione in atto, esplorata in alcune varianti principali che di norma non vanno oltre le tre-quattro mosse. G1, oltre a essere dotato di una capacità di analisi superiore, sa “vedere” una posizione che sulla scacchiera in quel momento non c’è: questo è ciò che intendo con visione virtuale. Ovvero sa vedere dove e a cosa potrà portare quella posizione, anche in prospettiva di un finale di partita, oltre che di sviluppi riguardanti la fase del centro. Una partita di scacchi si compone precisamente di una serie di posizioni in atto che contengono in nuce e come in filigrana posizioni virtuali. G1 imposterà il suo gioco – con una sequenza di mosse che rispondono all’obiettivo strategico fondamentale, sempre con un occhio a possibili complicazioni tattiche – sulle virtualità di volta in volta percepite, serbando la capacità di non innamorarsi eccessivamente di un’idea, perché ogni idea può essere sempre aggiustata o cambiata se l’avversario ci sorprende con mosse non previste. Qualche volta un giocatore di media forza ha una corretta visione virtuale ma non riesce a trovare la sequenza giusta di mosse per arrivare alla posizione intravista e agognata. In questa interessante partita con arrocchi eterogenei, il B non sempre sa dare corpo all’idea – a mio avviso valida – che ha coltivato. Alla sua visione virtuale.

Che altro dire? La prima volta che Alex mi sconfisse (credo che nemmeno se lo ricordi) fu in un semilampo ad Ausonia, nel 2012. Era ancora 3N, e io giocavo davvero poco, anche se avevo conquistato un bel terzo posto pochi mesi prima, ad Aquino, in un altro 15+0. Questa partita, che -lo confesso- mi ha lasciato l’amaro in bocca e ha evidenziato i miei limiti nelle capacità di analisi e calcolo,  non solo è l’unica partita che ho perso in 4 anni di CIS e Campionati vari a squadre (una su 25 non è poi così male), ma è anche l’unica partita con un CM in cui non sono riuscito ad evitare la sconfitta. Vabbé, in effetti non sono così forte. Migliorerò 🙂
Un ringraziamento a Sergio per aver messo nero su bianco (…) le nostre riflessioni, fatte anche subito dopo l’incontro.

Mix esplosivo

Marcello Carozzo è un appassionato scacchista con cui condivido amore per i pezzi bianchi&neri e anno di nascita. Da qualche mese, complice il difficile periodo della pandemia, organizza con una certa regolarità dei tornei online (“Santa Sabina On Line – Pensato”) che hanno alcune caratteristiche a me molto gradite. In primo luogo, non ci sono premi in palio, se non l’onore: già questo è, per me, garanzia di onestà e trasparenza, visto che, almeno in teoria, chi decide di giocare lo fa per il gusto di farsi una partita, e non perché vuole vincere l’ultimo numero di “Scacchi e tarocchi” con l’intervista a Francesco De Gregori. In secondo luogo, l’atmosfera da torneo viene facilmente raggiunta grazie all’uso della piattaforma Vesus, che è quella “seria” usata per la gestione e iscrizione di tutti i tornei in Italia. Marcello aggiorna in tempo reale risultati e classifica attraverso una simpatica chat WhatsApp, che rafforza anche i rapporti personali. Poi, è un torneo a tempo medio-lungo: 30’+10″Last but not least, si gioca su Chess.com, il che mi consente di credere di essere davvero in sala-torneo, grazie all’integrazione con la mia magica scacchiera DGT, regalino (costoso…) della mia dolce metà, un paio di anni fa. La prima edizione del torneo, tenutasi fra il 13 Maggio e il 17 Giugno, ha visto la partecipazione di venti giocatori, fra cui due CM e sei 1N, ed è stata appannaggio del CM Alberto Mortola della provincia di Genova (Elo FIDE 1928); la seconda edizione (24 Giugno-29 Luglio), con la stessa artiglieria, ha visto la vittoria, con 5 punti su 6, del 1N Riccardo Montani da Savona; la terza è in corso, e ci sto partecipando anch’io (oh, mi dovrò pur allenare, no? 🙂 ). Stavolta siamo in 26, ma con una 1N in meno: lotto comunque agguerritissimo, e sorprese che -secondo me- andranno avanti fino all’11 Novembre, data dell’ultimo turno.

Dopo aver vinto le prime due partite (col Bianco in 28 mosse proprio contro Marcello, in un Attacco Indiano contro la Difesa Francese; col Nero invece ho battuto, in 29 mosse, il 2N Alessandro Fontana, molto agevolato da una bella festa in famiglia…a casa sua 😉 , in una Najdorf un po’ imbrogliata, in cui il mio avversario ha giocato prima 6. Ae2 della classica Opočenský e poi un’incomprensibile 8. Ae3), mi sono ritrovato in prima scacchiera. Avversario tosto, il CM Giulio Simeone di Roma: insomma, non è che potessi pensare a una passeggiata. Unico, piccolo vantaggio dalla mia parte il fatto di aver scoperto facilmente che sulla mia ormai immancabile 1. e4 gioca la difesa Caro-Kann. Confesso che questa difesa non mi ha mai impressionato; la mia fiducia nelle possibilità del Bianco

Best by test

“60 partite da ricordare” di Bobby Fischer è un libro conosciutissimo che non può mancare nella biblioteca dello scacchista che sia veramente appassionato al gioco. Certo, molte analisi che il campionissimo americano effettuò a suo tempo (ricordo che il libro è del 1969!) probabilmente oggi verrebbero corrette dai cuori di silicio a cui troppi affidano il proprio giudizio esclusivo (e ricordo che Silman, considerato un eccellente didatta, non ha una grande opinione dei motori e di chi li usa…).

Nella partita n° 45 del suo celeberrimo libro (Fischer – Bisguier, Campionato dello Stato di New York, 1963 -per la cronaca, una Difesa dei Due Cavalli C59, dal curioso nome “Difesa Polerio o Suhle“) l’eccentrico americano commentò pure la sua prima mossa, con la famosa definizione: “La migliore… sperimentalmente (Best by test nell’originale)”. Il significato a me pare chiaro: Fischer intendeva sottolineare che la sua assoluta fedeltà all’apertura di Re non era solo un fatto sentimentale, ma era dovuto alla sua propria esperienza, che lo vedeva dominare proprio usando sempre e solo (tranne rare, ma cospicue eccezioni, come nel match di Reykjavik) 1. e4 al primo tratto come Bianco. Vi garantisco però che c’è stato qualcuno che ha assegnato un valore dogmatico a questa frase quasi umoristica di Bobby, e ha investito molto tempo a dimostrare che gli archivi scacchistici opportunamente elaborati negano la veridicità dell’affermazione del Campione del Mondo, essendo statisticamente un’altra (non ricordo quale) la mossa migliore sotto il profilo dell’esperienza. Resto convinto della mia opinione, con tutto il rispetto per il ponderoso studio effettuato…
Tutto questo sproloquio -devo confessarlo! 😀 -per giustificare che, come in un’altra circostanza, mi sono messo al pari dell’irraggiungibile Bobby, e mi sono commentato la prima mossa… Ma c’è un motivo “storico” per cui ciò è avvenuto. Torniamo indietro di due anni, andiamo a trovare l’amico Michele Blonna (di cui ammiro il lavoro inesauribile e la passione) nel suo circolo di Torre Angela a Roma, e sediamoci davanti a lui in prima scacchiera, durante un combattutissimo CIS di serie C. Guardate insieme a me che cosa diavolo è successo sulla scacchiera… e uscivo pure dalla notte!

Esordio di un drastico cambio di repertorio baciato da un po’ di bravura e da tanta buona sorte. Con Michele è da qui nata una bella amicizia. Anche perché non gli ho ancora dato la rivincita… 😀 Siamo sempre 1 a 0 per me!

Sulle case nere…

Quando, ormai molti anni fa, cominciai a prendere gli scacchi con una certa serietà, mi trovai nell’ovvio problema di tutti i principianti: “E mo’ come apro?”. Ero regolarmente preso a pallate (come si dice nel tennis, altra passione giovanile) dal Maestro che, oggi, immagino sogghignasse sotto i baffi ogni volta che mi stracciava: e succedeva ogni santa volta, per circa due anni… Una volta, solitamente il sabato, su qualche “lampo” e una partita a tempo lungo; tutte le altre volte, quando ci incontravamo al leggendario circolo “Aaron Nimzowitsch“. Per quasi due anni e mezzo non riuscii non dico a vincere, ma nemmeno a pattare neanche una partita-che-fosse-una! E non dimenticherò mai quando, a casa sua, riuscii, alla fine di giugno (era uno degli ultimi incontri casalinghi programmati), a batterlo. Sospetto ancora che l’abbia fatto apposta… Ma in tutti gli altri incontri, per tanto tempo furono botte. Anzi, come si dice dalle parti mie, “mazzate alla cecata“. E non è che io fossi così fesso: per esempio, nel 1984/85 organizzammo dopo tanto tempo il torneo sociale. Degli emergenti NC e non solo (ricordo Torrice, Vendittelli, Rizza, Giella, Procacci senior, …) ero già il più forte. Nella manifestazione, su 7 turni ottenni 6 punti, sconfiggendo “bene”

Limo Rosso

Uno dei principali problemi che il  N deve fronteggiare quando decide di adottare la Difesa Siciliana è quello di tenersi pronto ai cosiddetti “Sistemi Anti-Siciliani”. Ormai ce ne sono tanti; c’è, per esempio, l’emergente 2. a3. Adatta, forse, alle partite blitz e superblitz oggi ancor più in voga online per via dell’emergenza-Covid19, può travolgere un giocatore impreparato e poco avvezzo a “ragionare” in apertura; però, statisticamente e ad alto livello sembra decisamente critica per il B. Dopo la naturale 2… g6, le statistiche danno il 25% di vittoria al primo giocatore, il 23.1 di probabilità  di patta e ben il 51.9% di partite vinte per il N secondo 365Chess, mentre Chesstempo è ancora più impietoso per il B, visto che quest’ultimo ha uno score di 17.3/21.8/60.9% addirittura. Sembra quindi che l’allontanamento dai sentieri battuti non sia necessariamente la strada per scoperte eccitanti: