Dopo una parentesi in cui ci siamo dedicati alle miniature, ricominciamo a commentare partite più lunghe (anche se, questa partita specifica dura solo 35 mosse).
In questo caso, da una parte del ring abbiamo l’Armeno-Americano Levon Aronian, dall’altra l’allora Campione del Mondo Magnus Carlsen, che ha il “vantaggio” (se negli scacchi si può parlare di tale) di giocare in casa. Come detto, siamo in Norvegia, siamo nel giugno del 2017 (io non avevo ancora iniziato a giocare, anche se da lì a pochi mesi avrei cominciato), quindi non abbiamo ancora assistito allo “spettacolo” del match per il titolo dell’anno dopo. Siamo in un periodo in cui i motori non avevano ancora così tanto peso, il che dà ancora un senso alla “preparazione casalinga” con l’aiuto dei “secondi”.
Detto questo, direi di cominciare. Buona lettura a tutti!
A volte, anche il Mozart degli Scacchi perde facendo un errore relativamente banale nel finale. Questa clamorosa sconfitta in casa, ci insegna che, se il tuo avversario è un 2793 e ti sacrifica una qualità alla 12. mossa, devi farti comunque parecchie domande.
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