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Un incredibile romantico

Un incredibile romantico

Al CIG di Salsomaggiore, dopo aver vinto agilmente al primo turno io, e pattato senza troppi patemi d’animo Andrea, torniamo al nostro campeggio. Lì ci rendiamo, davvero, conto del più grande problema di quel bel (?) campeggio (Arizona ndr): la connessione. Le speranze di avere una connessione internet gratuita lì erano pari a quelle di ricevere una lettera da Hogwarts al proprio undicesimo compleanno (grazie PTN). Quando quindi, dopo aver pagato €3 per poter accedere al wifi del campeggio per sole 4 ore, scopriamo il sorteggio, a me e Andrea viene un mancamento: io giocavo in quinta contro un certo Giorgio Folin, un CM con 2105 punti, mentre Andrea giocava in cinquantunesima contro Federico Massazza, un Maestro con 2205 punti Elo. Dopo un fugace (non che avessimo scelta, data l’inesistente connessione) briefing con il Capo (papà), scopriamo che l’avversario di Andrea era imprevedibile, giocando più o meno tutte le prime (o seconde) mosse possibili, mentre il mio giocava quasi solo 1…e5. Allora andiamo a letto sperando che la notte porti consiglio. Dopo una buona dormita (si giocava di pomeriggio), ci svegliamo e facciamo colazione. E già in quel momento, cominciava a formarsi nella mia mente un’idea kamikaze. Dopo la colazione, pranziamo e lì l’idea kamikaze prende il sopravvento. Dopo pranzo, caccio pezzi, scacchiera e zaino e dico ad Andrea: “Io, con un CM gioco per vincere, non per pattare. Vediamo il Gambetto di Re!“. Insomma, una scelta romantica, che oggi non sceglie più nessuno: ma a me è sempre piaciuto, il Gambetto di Re! Apro lo zaino e prendo “Capire le Aperture“, un’enciclopedia in 3 volumi consigliatami dal mio mentore Mirko Trasciatti, scritta da Komarov e Djuric e tradotta da Claudio Pantaleoni. Chiaramente, diamo una rapida occhiata a un po’ tutte le possibili risposte del Nero e troviamo la variante Bonsch-Osmolovsky (3…Ce7) su cui, fatalità, ci soffermiamo. Studiandola, sviluppiamo la possibilità di utilizzare una novità teorica (il sesto tratto del bianco), mai giocato prima (o meglio, secondo Lichess giocata solo 2 volte).

Ora che gli elementi per comprendere la partita li avete tutti, vi lascio ai commenti miei (tra parentesi e in corsivo) e quelli di Giorgio (scritti normalmente), proprio il mio avversario (a dimostrazione che non pubblico solo partite che vinco 🙂 ).

Cosa ci insegna questa partita? Che l’attività dei pezzi deve essere alla base del pensiero scacchistico che ognuno di noi deve avere durante le partite e anche che, se si decide di utilizzare aperture “rischiose” bisogna avere poi il coraggio di assumersi dei rischi. Detto questo, spero che vi sia piaciuto questo tipo di commento (anche perché a breve ne uscirà un altro molto simile, quindi fatevelo piacere) e al prossimo articolo!

NB: immagine in evidenza tratta dal video di David Dolci.

Amir2008


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