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Metti una sera, dopo cena

Metti una sera, dopo cena

Alex ormai sta diventando umbro di adozione: quasi non c’è torneo in quel lembo dell’Italia centrale che si lasci sfuggire. Lui e anche Andrea Vellone, devo dire. Protagonisti entrambi ad Acquasparta, entrambi protagonisti a Amelia nel corso del Grand Prix dell’Umbria organizzato, con grande efficienza e sorprendente partecipazione di sponsor di ogni genere, da Sergio Rocchetti e dalla sua appassionata squadra. Ad Amelia, all’inizio del 4° turno, i due ragazzi terribili del nostro circolo erano in testa, l’uno nel torneo “B”, l’altro nel torneo “C” (mentre io arrancavo nel torneo “A”) con 3/3 e un bel gioco sciorinato. Qui però il fattaccio: entrambi subivano una sconfitta (decisiva nell’ottica della classifica finale), e si giocavano una posizione di prestigio con relativo premio all’ultimo turno pomeridiano della domenica. Purtroppo Andrea non usciva dall’impasse, chiudendo con un brutto arrocco corto (0-0); Alessandro, invece, coglieva la 4a vittoria e il 4° posto assoluto.

Questo per quanto riguarda la semplice cronaca di un bel torneo, combattuto e interessante, in cui io stesso ho finalmente almeno in parte ritrovato il mio gioco, pur nella coscienza un po’ amara di aver buttato via le mie chance di carriera 4 o 5 anni fa, quando probabilmente mi trovavo in un periodo di forma irripetibile. Ma veniamo a alla questione della cena.
Bisogna sapere che il sabato sera, durante i tornei umbri, è diventata tradizionale la simultanea del bravissimo e giovanissimo Edoardo Di Benedetto, Maestro Internazionale con 2380 punti Elo: ennesima genialata di “Arrocco” Rocchetti, come l’hanno simpaticamente e affettuosamente soprannominato i ragazzi. Quest’anno “si correva” in 21 contro 1: risultato finale per Di Benedetto +18 =2 -1. Io stesso sono andato vicinissima a pattare in una bella Ovest Indiana (mia prima volta con questa difesa) con un finale troppo passivo ma interessante. E indovinate chi ha pattato una delle due partite con il nostro MI? Ma Alex, naturalmente! Che, carico di adrenalina, la mattina dopo ha invece perso malissimo in torneo, ironia della sorte. Il regolamento delle simultanee dovrebbe essere noto: in ogni caso, sono partite “vere”, nel senso che il giocatore titolato gioca sempre per vincerle tutte, di esperienza, tecnica o furbizia. Fare risultato, insomma, è sempre una bella soddisfazione: e che soddisfazione, se l’analisi su Chess.com mostra una pressoché totale equivalenza nel gioco espresso dai due contendenti! Ecco qua le statistiche secondo il motore del noto sito:

 

Beh, assolutamente non male! Però, adesso che l’oste (cioè io) vi ha detto che il vino è buono, e che il sito di Carlsen ve l’ha confermato, direi che è ora di goderci questa partita “after hour”: giusto?
Immaginate un borgo medioevale con salite faticosissime (e le più belle mura megalitiche che io abbia mai visto). Il caldo estivo. La Luna. Quasi la Via Lattea. Un terrazzo sul villaggio, 21 scacchiere, un po’ di spettatori. Atmosfera distesa, ma tesa. Insomma, “Metti, una sera a cena“. Buio in sala, si comincia. E ve la faccio godere de plano, con pochi commenti, perché certe partite vanno riguardate in silenzio, in quanto annunciatrici di un qualche evento importante. Che so, qualche sorpasso in famiglia…

C’è poco da dire: come padre, non posso che essere felice dei progressi e della crescente sicurezza di gioco di Alessandro, a cui vanno i complimenti. Come Numero 1 dell’ “Erre J Effe”, invece, non posso che essere preoccupato. Anche perché, proprio oggi, mi ha anche superato su Lichess… Mi sento la corona vacillare sulla testa…

admin


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