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Elettroshock

Elettroshock

Divenuto uno dei più forti giocatori del mondo, Fine abbandonò gli scacchi al culmine della sua carriera (1945) per dedicarsi alla psicoanalisi: ma non ha minimamente perso la passione e ben poco gli anni hanno tolto alla sua bravura. Questa partita è una delle sette od otto giocate a casa sua a New York. Come si può constatare, il dott. Fine si mantiene molto in forma.

Qui, abbandonando per la prima volta la sua amata Spagnola, Fischer gioca l’audace gambetto inaugurato circa un secolo fa dal capitano Evans. Questa apertura è quasi totalmente scomparsa dalla pratica dei tornei. Fine, sebbene autore di parecchi manuali sulle aperture, commette un grosso errore e si trova stretto in una morsa da cui non può sfuggire. Fischer può così sfoderare una brillante combinazione che gli permette di vincere in diciassette mosse.

MI Larry Evans&GM ed ex Campione del Mondo Bobby Fischer

In questa introduzione, che ricalca in pieno lo stile di Cesare e Senofonte (esaltazione dell’avversario e excursus etnografico sulla popolazione avversaria), Fischer racconta di queste celeberrime 7 od 8 partite giocate a casa del grande psichiatra Ruben Fine. Niente di strano, giusto? E invece no, c’è qualcosa di strano. La cosa strana è che Fine sosteneva di non aver mai giocato contro Fischer. E allora a che pro Fischer avrebbe inventato questa partita? Onestamente non so che dire. D’altro canto, se fosse Fine a mentire, che vantaggio ne trarrebbe? Per come la vedo io, la ragione sta nel mezzo. Credo che, verosimilmente, Fischer abbia effettivamente giocato con Fine, ma che magari abbia confuso (o, per meglio dire, inventato) alcune mosse e che Fine abbia omesso quest’ultimo dettaglio per salvare la faccia. Detto questo, ai posteri l’ardua sentenza.

Che sia effettivamente accaduto o meno, questa partita è molto interessante e la combinazione finale vale da sola il prezzo del biglietto.

Amir2008


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