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Un Akiba mancato

Un Akiba mancato

Nello straripante mondo delle aperture scacchistiche un ruolo poco conosciuto è giocato da quello che molti chiamano “Attacco Rubinstein“, in onore del grandissimo Akiba, che iniziò a giocare la variante (oggi nota come D04 secondo la classificazione dell’Enciclopedia, anche se moltissime sono le trasposizioni possibili) con frequenza a partire dai primi anni del ‘900. Più che di “attacco”, in effetti, si dovrebbe chiamare “sistema”, poiché un suo cospicuo vantaggio -non trascurabile in un periodo storico in cui la mole di teoria è diventata proibitiva anche a livelli medi- è quello che le sue prime 10-12 mosse possono essere giocate dal B praticamente con il pilota automatico. Non che siano impossibili variazioni sul tema, naturalmente, ma, in linea generale, lo sviluppo del B segue una sequenza spesso sempre uguale. Questo non significa che la lotta possa essere meno interessante, anzi: l’apertura è ricca comunque di possibili elementi strategici di estremo rilievo e grande varietà per entrambi i colori, e nel mediogioco può esplodere all’improvviso in attacchi violentissimi praticamente in ogni zona della scacchiera.

Non è andata così in questa partita: il B decide di entrare in una continuazione forse leggermente inferiore, ma conserva una sostanziale parità. Uno dei problemi della Rubinstein è che la complessità dei temi strategico/posizionali rischia di essere assai “time consuming“; la sensazione di essere comunque in una botte di ferro, specialmente per il B, è spesso forte, al punto che i due elementi (la difficoltà nelle scelte e il rilassamento indotto dalla apparente tranquillità delle acque) possono fondersi in una miscela molto pericolosa, che può esporre all’implosione improvvisa della posizione. È in effetti quello che è accaduto in questo bell’incontro dello scorso Campionato Italiano a Squadre (serie Promozione), in cui il nostro giovane virgulto Paolo “Akon” Marcelli riesce a infilzare tatticamente il pur bravo Lucandrea Mancini nel secondo turno (La Torre Atina-Alfieri del Golfo).

Una conclusione improvvisa e spietata, l’ennesima dimostrazione che si ha un bel dire che le aperture di R sono quelle tatticamente più coinvolgenti; un plauso convinto a Paolo, che ha rigettato con sangue freddo le velleitarie baldanze del B, per poi trafiggerlo senza pietà.Questa variante specifica, l’Attacco Rubinstein, è potenzialmente un’arma straordinaria (soprattutto per il B… se non sbaglia, però!). Non ne siete convinti? Date un’occhiata alle partite di Akiba (che stavolta il B non ha imitato, purtroppo per lui) o a quelle più recenti di Artur Yusupov, il più grande interprete, negli anni recenti, di questa variante. Poi ne riparliamo.

©® 2018 Erre J Effe, analisi, commenti (e strafalcioni) di Fabio MARINO

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