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Linea ortodossa

Linea ortodossa

I “CCCP – Fedeli alla linea” erano un provocatorio gruppo punk/rock italiano, attivo alla fine degli anni ’80 del secolo scorso. Nel magma ribollente della musica alternativa di quegli anni, celebravano la propria ortodossia (!?!?), al punto da sciogliersi dopo le note vicende del 1991.
Come tutti sanno, negli Scacchi la Partita Ortodossa rappresenta un caposaldo della teoria e della pratica scacchistica da almeno un secolo, ed è stata consacrata ai livelli più alti nel corso del match epocale del 1927 fra Capablanca e Alekhine (conclusosi, dopo ben 34 partite, a favore di quest’ultimo) in cui fu giocata solo nella prima partita -una difesa Francese vinta dal russo col N- un’apertura diversa da 1.d4. Un’altra curiosità degna di nota è che l’11a di quel match, anch’essa vinta da Alekhine, vide comparire sulla scacchiera la bellezza di QUATTRO Donne! Non bisogna poi dimenticare i tre match fra i primi K-K (Karpov e Korčnoj), e le decine di partite basate su queste mosse che hanno contraddistinto la rivalità fra i secondi K-K (Karpov e Kasparov).
Sull’Ortodossa sono stati versati fiumi d’inchiostro; un’opera a mio parere ancora insuperata per l’incomparabile descrizione dei temi strategici e tattici dell’apertura è, per l’appunto, “La Partita Ortodossa” del compianto MI Giorgio Porreca, che raccomando per la chiarezza espositiva. Per inciso, è stato il secondo libro di Scacchi che ho letto dopo l’eterno “Gli Scacchi” del Padulli (sì, passavo agevolmente dalle letture per principianti a quelle evolute: ho sempre avuto una mente elastica…). Giocata a tutti i livelli, l’Ortodossa rappresenta un’apertura esemplare per la complessa linearità dei suoi temi; ogni giocatore dovrebbe giocarne, col B e col N, almeno una dozzina in vita sua, per rendersi conto delle finezze strategiche del nostro sport. Tuttavia, spesso soprattutto i più giovani la evitano, preferendo strade teoriche più affascinanti: e, naturalmente, in questo modo si perdono metà del divertimento.
Luca Di Gasparro ha 14 anni ed è dotato di un pensiero scacchistico più posizionale dei suoi coetanei. Già il fatto che apre immancabilmente 1.d4 è un piacevole atteggiamento mentale; il fatto che poi si inoltri volentieri nei meandri codificati ma ignoti dell’Ortodossa aumenta la curiosità. Dal canto suo, Alex Angelucci ama le posizioni solide, per cui non c’è da sorprendersi se ha accettato senza problemi l’invito di Luca. Ha bluffato un po’, è vero, tentando di confondere le acque e infilarsi in una Slava o in una Semi-Slava; ma alla fine la “linea ortodossa” ha prevalso.
Vediamo com’è andata.

Una partita dai molteplici risvolti posizionali abbastanza ben giocata in una posizione molto nota fino alla 10a mossa. Sottolineo un tema importante: l’A campochiaro del B nell’Ortodossa deve rimanere sulla diagonale b1-h7, per agevolare le operazioni di attacco sull’ala di R. Se accompagnata a una strategia di blocco del centro con controllo su d5, diventa difficile per il N valorizzare il suo A cattivo, e il B potrà sparare parecchie cartucce contro il Monarca avversario.

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2 pensieri su “Linea ortodossa


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AlexPubblicato in data10:28 pm - Nov 17, 2018

Un’analisi ai raggi x della personalità di gioco oltre che del match era cosa che mi aspettavo da un vecchio lupo come Fabio, ma devo dire che nonostante ciò è riuscito di nuovo a meravigliarmi.
Mi piace immaginarlo con il suo sorrisino appena accennato mentre svela i nostri trucchetti del mestiere.
Ieri sera avevo intenzione di vincere, anche per sfatare il tabù del tempo lungo dove notoriamente io sono abile nel prendere mazzate degne di chi ha ancora 60 minuti sull’orologio rispetto all’avversario che ne dispone oramai appena di 15,ma questa è solo la semplice storia di un’impulsività che regnava sovrana e che oggi è stata in parte domata e controllata.
Renato, chiedendomi in che scacchiera avrei giocato, decide e mi comunica che Luca sarebbe stato il mio avversario un’ora prima dell’incontro e a quel punto era chiaro che non sarebbe stata una passeggiata conoscendo il nostro Presidente e il mal celato desiderio di far ottenere una vittoria alla squadra di Sora da lui capitanata.
Non è andata proprio così per la sua squadra e si sono potuti dimostrare i suoi limiti come direttore tecnico ????.
Sedendomi dinanzi al giovane Luca mi sono trovato dinanzi ad 1 d4.
Premetto che non analizzerò la partita dal punto di vista tecnico perché lo ha fatto Marino in modo egregio ma anche perché non ritengo opportuno discutere sulle idee che erano dietro alcune mosse imperfette.
Voglio però considerare un altro aspetto: l’approccio.
L’impulsività nella vita è un’atteggiamento tipico di chi ha bisogno o crede di aver bisogno di confondere le acque, di prendere le cose di petto convinto che così facendo non sfuggano al proprio controllo.
Nasconde quindi una buona dose di insicurezza, di impreparazione, tende a intorbidire le acque in cui si trovano i propri limiti.
Soffro i tempi lunghi negli scacchi proprio perché manco nello studio e metto a disposizione una piccola dose di istintività, un’atteggiamento difensivo basato su criteri solidi utili a finali patti pronto però a non perdonare chi commette un’errore.
Molto bene per le lampo, ma quando difronte ti capita un Luca Di Gasparro capisci sin dalle prime mosse che questa volta non funzionerà.
Con 1… c6 decidi di far scegliere l’apertura al tuo avversario tra una serie di repertori che generalmente sono ritenuti posizionalmente molto solidi e quindi lasci spazio ma in terreni conosciuti.
2 e4.. sarebbe sfidarmi nell’apertura più solida per il nero che esista secondo le mie conoscenze ma Luca risponde subito con c4 rendendo chiaro che ci aspettano una serie di “schermaglie” nel tentativo da parte del nero di portare il bianco diritto in una slava o semislava oppure ,qualora il bianco fosse disponibile, in una partita simmetrica con la cattura di c su d.
Ma Luca mossa dopo mossa dimostra di essere un giocatore forte, posizionale, non si lascia intimidire e conquista , anche grazie ad alcuni miei errori , una posizione di vantaggio.
Capisco ben presto che il mio atteggiamento di attesa questa volta non avrà successo e che Luca difficilmente sbaglierà per cui decido di affrontarlo con un pizzico di supponenza per non lasciargli tutto il campo a disposizione che andava man mano conquistando.
Mentre gioco a scacchi non valuto solo la scacchiera, ma valuto anche il tempo di gioco a disposizione e cerco di valutare la persona che ho davanti. Questo mi aiuta nelle scelte per ottenere il risultato di una vittoria o mal che vada di una patta.
Ovvio, questo è di certo un modo di giocare che non consiglierei mai ad un giovane che ha tutte le possibilità di vincere con i mezzi tecnici che apprende nel suo percorso di formazione, ma credo che svelare queste carte di medio valore, sia comunque dare in consegna ad un giovane che da li a poco si troverà dinanzi a giocatori di esperienza e che non mancheranno nel tentativo di esercitare pressione psicologica una piccola nozione.
Luca ieri ha giocato un’ottima partita che non ha chiuso con una vittoria perché ha sovrastimato alcune mosse che in realtà erano deboli ma che avevano l’intento di confondere il gioco di una partita che era in discesa per lui.
Mi ero seduto con l’intento di vincere ma oramai ero dinanzi ad una partita impossibile da vincere se non per un eventuale grave errore del mio avversario che però era divenuto un miraggio.
D’altro canto però non volevo perdere contro questo giovane ragazzo che per un paio d’ore è rimasto li concentrato sulla partita , non al primo incontro perlomeno.
20…Dd4 ?? sapevo benissimo che visto 21Te4 era una mossa errata, ma sapevo altrettanto bene che il mio avversario iniziava ad essere a corto di idee nonostante avesse a disposizione tanta più iniziativa. Me lo aveva dimostrato con la spinta del pedone in d5 poche mosse prima e con molto azzardo l’ho fatta ugualmente sapendo che avrebbe impulsivamente spostato il cavallo in f3 permettendomi il cambio che desideravo dal momento che ho scelto di farmi inpedonare dopo 17…Db6 avendo valutato che se fossi riuscito a cambiare i pezzi comunque con un finale di torre avrei potuto pattare una partita che aveva preso decisamente una brutta piega.
Luca è una promessa per questo circolo e questo non lo dico perché ha pattato con me bensì perché ho potuto osservare il suo modo di giocare , la sua visione posizionale che come dice Fabio è superiore alla media. Avrebbe dovuto vincere ma ha giocato contro un giocatore inferiore che ha messi in pratica quel po’ di esperienza in più per racimolare una patta utile al risultato (oltre che all’orgoglio).
Spero di giocare di nuovo con Luca al più presto e di non pattare allo stesso modo .
Mi piacerebbe che Luca apprenda quanto è successo ieri sera e che la prossima volta non si dimentichi che se l’avversario usa poco tempo lui può adoperarne di più per vincere, che se l’avversario mischia le carte vuol dire che sta perdendo, che se l’avversario gli dice che è bravissimo a metà partita lui non si deve sentire soddisfatto fin quando non ha riportato a casa il risultato che merita .
Spero che quest’esperienza gli sia utile e che la prossima volta io mi ritrovi a dovermi meritare una patta o una vittoria contro Luca solo con i mezzi tecnici che ho a disposizione.
Bravissimo Luca , ci vediamo alla prossima sfida E grazie a Fabio ed alla sua genialità


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    adminPubblicato in data12:18 am - Nov 18, 2018

    Sulla mia genialità ci andrei cauto: diciamo che mi sto attrezzando e che sono un attento emulo di Leonardo e dei geni poliedrici dei tempi andati 😀
    Per il resto, il tuo commento mi è piaciuto molto, perché ha illustrato l’altra faccia del nosro sport: i moti dell’animo, che nessun programma scacchistico, per quanto forte, saprà mai interpretare.
    Se continui così, anche il falso mito del Flash in difficoltà finirà col crollare. Bravo a te e bravo a Luca!


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