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La Donna Scandinava

La Donna Scandinava

Il 21 Dicembre è il solstizio d’inverno. Chiamatelo come volete: “Alban Arthuan” (ovvero “la rinascita del Dio Sole”) come i Celti; “Yulè” (ovvero la “ruota dell’anno”) come i Germani; “Jul” (“ruota solare”) come i Norvegesi o “July” (“tempesta di neve”) come i Finnici; “Juvla” come i Lapponi o “Karatciun” (il “giorno più corto”) come i Russi: non cambia nulla, è il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno per l’emisfero Nord. Ed è l’inizio dell’inverno… E come celebrare l’inizio dell’inverno, se non con l’apertura più settentrionale di tutte?
La Difesa Scandinava non ha mai goduto di vasta popolarità, anche se la sua recente adozione da parte del Maestro Sergio Sollima rischia di rinverdire l’interesse, in verità mai sopito, per questa apertura. Si tratta di una sequenza molto antica, non priva di pregi (il compianto ed estroso danese Bent Larsen -uno dei più forti giocatori occidentali del secolo scorso, scomparso nel 2010 per un’emorragia cerebrale- amava definirla come un miglioramento della Caro-Kann, e con essa sconfisse a Montreal nel 1979 il Campione del Mondo Anatolij Karpov), ma decisamente poco giocata. Infatti, le statistiche mostrano che è solo la sesta fra le risposte del N a 1. e4, sebbene vanti percentuali di punti di tutto rispetto: ad esempio, è superiore, sotto questo profilo, sia alla Caro-Kann (e quindi Larsen aveva ragione), che, addirittura, alla Francese. L’idea del N è semplice e brutale: contestare direttamente e senza preparazione l’occupazione del centro da parte del B, anche a costo di perdere dei tempi dopo la solita sequenza di mosse 1. e4 d5 2. exd5 Dxd5 3. Cc3 e di qui si diramano almeno tre varianti: 3… Da5; 3… Dd8; 3… Dd6. Questo nella variante classica; un trattamento moderno vede invece il N posporre la cattura del pedone d5, con 2… Cf6, e in questo caso una variante emergente molto interessante è la variante Cristiano Ronald… ehm, scusate, la variante Portoghese: 3. d4 Ag4, in una commistione nord-atlantica davvero conturbante.
Nel 1909 la Scandinava aveva ancora un suo barbaro fascino, al punto che anche un esperto della prudenza massima come Carl Schlechter (sfidante di Lasker per il titolo mondiale sulla lunghezza delle 10 partite e imbattuto… ma senza titolo, avendo pareggiato +1 =8 -1, purtroppo morto di fame a soli 44 anni due giorni dopo Natale nella Budapest sconfitta del 1918) la giocava con una certa frequenza. Dal canto suo, Jacques Mieses era un giocatore aggressivo, che non tirava mai la gamba… pardon, lo scacco indietro. Logico che fra i due venisse fuori una quasi miniatura col sapore del capolavoro, con il tedesco -N- che travolge clamorosamente il quotatissimo Carl, nella San Pietroburgo del 1909.

Che dire? Il fascino nordico è sempre all’agguato; ma, soprattutto, non esistono aperture intrinsecamente più forti delle altre. Una calda Siciliana può emozionare e coinvolgere, e lo fa quasi sempre col calore del Sud da cui è nata; ma il ghiaccio bollente del Baltico può, nelle mani giuste, fondere anche il ghiacciaio Schlechter.

©® 2018 Erre J Effe, analisi, commenti & strafalcioni di Fabio MARINO

NB: nessun motore o programma scacchistico è stato bistrattato o ha subito violenze per l’analisi di questa partita.

Immagine in evidenza: © David Dolci

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