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Buon compleanno al più grande di tutti

Buon compleanno al più grande di tutti

Il 9 Marzo del 1943 nasceva a Chicago Robert James Fischer, universalmente noto come Bobby. Le controversie sulla sua persona sono innumerevoli, e dozzine di libri gli sono stati dedicati, sia in relazione al suo gioco fantastico, che in relazione alla sua complessa e difficile personalità. Non tutti, ma moltissimi (fra cui io…) lo ritengono il più grande giocatore di tutti i tempi, se fosse effettivamente possibile stilare una classifica del genere. Certo, la brevità della carriera -se rapportata a parecchi altri grandi Campioni del passato e del presente- rende difficile sostenere questa affermazione. Per esempio, di Fischer esistono soltanto 1.097 partite documentate dal 1953 al 1992, di cui 850 circa giocate nel periodo 1956-1972, laddove, per fare un confronto, Magnus Carlsen ha già giocato oltre 3.600 partite in soli 22 anni. Eppure, nessuno, nella storia degli Scacchi, ha raggiunto finora le performance del grande Bobby: a fronte di un regno assoluto di soli 3 anni (anche se era già considerato da qualche anno il più forte di tutti), nessuno ha mai messo tra sé e il secondo al mondo come punteggio Elo l’impressionante gap che Fischer mise fra sé e il numero 2 dell’epoca, il Campione del mondo Spasskij (90 punti nel 1971); ha uno score (come si dice in gergo pugilistico) di +433 -87 =247 (pari al 72.6% di punti ottenuti), mentre, sempre per paragonarlo al Mozart degli Scacchi, quest’ultimo ha “solo” +724 -273 =797 (il 62.6% dei punti conquistati). Soltanto José Raul Capablanca e Aleksander Alekhine, entrambi con molte più partite giocate, vantano percentuali superiori, sebbene di poco: 73.1% il Grande Cubano, 74.1 la Furia Russa. Non va mai dimenticato, poi, che se oggi archivi, riviste e Internet sono patrimonio di tutti, anche dei ragazzini, all’epoca Fischer dovette imparare il Russo per aggiornarsi, e fu capace, da solo, di sconfiggere l’intera organizzazione scacchistica sovietica. Davanti a questi risultati sportivi, contestualizzati e, per quel che possibile, “assolutizzati”, è difficile contrastare l’idea che Bobby Fischer sia stato davvero il più grande scacchista in assoluto. Ha giocato poco? Sì, è vero. Ma credo, a posteriori (anche se ovviamente manca la controprova), che avesse già dato il meglio di sé nel 1972, quando raggiunse il culmine a cui un essere umano può forse ambire nel campo della maestria scacchistica. Chissà, forse il suo precocissimo ritiro ci ha, fortunatamente, privato della tristezza di vedere (oltre il declino dell’uomo) il tramonto lento e tormentoso di un genio. Perché tutti -tutti!- abbiamo una parabola: e le parabole prima o poi scendono…
Sulla vexata quaestio, c’è un bel filmato, che non porta alle mie conclusioni, ma mette a confronto i maggiori Elo, periodo per periodo.

Ci sono tante partite in giro del grande Bobby; io, in questo blog, mi sto dedicando principalmente alle gemme meno conosciute. Non farò eccezione neanche stavolta, e perciò, come omaggio al nostro Festeggiato, ve ne presento una che, non notissima, costituisce, per la variante giocata dall’undicesimo Campione del Mondo, un particolare motivo di interesse per Alex, per me e per… Maxime Vachier-La Grave, che usa più di una variante mutuata da Fischer. L’ultima volta, però, al Tata Steel non è che gli sia andata benissimo
Vediamoci dunque questa breve partita, che dimostra una volta di più le straordinarie qualità di Fischer. Giocata all’Interzonale di Stoccolma del 1962, a 19 anni, è la sua 362a partita, e nessuno avrebbe mai potuto immaginare che si assisteva già alla metà della carriera di colui che ebbe a dire: «All I want to do, ever, is play chess».

“E Fischer?”, vi starete chiedendo. Tutti sostengono che usò meno di dieci minuti; alcuni dei presenti affermano che riflettè per  meno di tre minuti complessivamente.

Auguri al Re assoluto degli Scacchi.

admin


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