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Bobby Fischer e le “lampo”

Bobby Fischer e le “lampo”

Larry Parr (1946-2011), autore originario di questo articolo, è stato editore della rivista Chess Life dal 1985-1988 e ha scritto numerosi articoli e libri sugli scacchi. È stato anche  coautore di “The Bobby Fischer I Knew“, in collaborazione con Arnold Denker.
Quella di seguito è la traduzione di un articolo originariamente pubblicato in Inglese nel 2012 da che sul suo sito (The Chessdrum) riprese l’articolo di Parr. La prima pubblicazione avvenne sulla defunta rivista World Chess Network nel lontano 2002: era una storia su Bobby Fischer e la sua abilità nel blitz. Come sapete, io sono convinto che il mondo degli scacchi ha tuttora un debito enorme con Fischer: se  siete pronti, fate un bel respiro… e Bianco in moto!

 

Larry Parr, 
1 settembre 2002
Gli Scacchi lampo di Bobby Fischer

C’è un preconcetto diffuso sulle presunte scarse capacità di Bobby Fischer come giocatore blitz. La mia opinione è che questo giudizio comune non ha senso, neanche in prima battuta.
Nell’aprile 1970, Bobby effettuò una performance strepitosa (+17 =4 -1) vincendo il  primo campionato di scacchi  del mondo blitz non ufficiale, che si tenne a Herceg Novi (già Castelnuovo di Cattaro), in Jugoslavia. Mikhail Tal (o un editore sovietico che parlava “ufficialmente” a nome di Tal) ha espresso il giudizio comune di Fischer come giocatore-lampo:

“Non so che cosa si aspettassero Petrosjan, Korchnoi, Bronštein e Smyslov prima dell’inizio del torneo, ma pensavo che fossero i rivali più probabili per i primi premi. Fino a poco tempo fa Fischer non aveva mai giocato blitz in maniera particolarmente impressionante. Ora è cambiato tutto: gioca “lampo” davvero bene. Il suo modo di giocare è dello stesso tipo dei giochi di torneo: tutto è semplice, segue un singolo schema, logico e senza effetti spettacolari. Fa le sue mosse rapidamente e praticamente senza errori. Durante tutto il torneo penso che non abbia perso un intero set di pezzi in questo modo. Il risultato di Fischer è davvero impressionante“.

Tal ha concluso i suoi commenti sul campionato blitz con un’affermazione molto meno citata, ma significativa:

“Sapevamo, ovviamente, che Fischer è uno dei più forti giocatori di scacchi del mondo. Può sconfiggere Petrosjan, Korchnoi, Spasskij e Larsen. Proprio come, allo stesso modo, loro possono sconfiggere lui”.

L’evento blitz di Herceg Novi fu il torneo “lampo” del 20° secolo. Vide in gara quattro campioni del mondo, e Bobby non solo chiuse con 4½ punti di vantaggio su Tal (classificatosi al secondo posto), ma cancellò il contingente sovietico, 8½-1½, spazzando via Tal, Tigran Petrosjan e Vasily Smyslov con un punteggio totale di 6 a 0, pareggiando con Viktor Korchnoi e sconfiggendo David Bronštein con una vittoria e un pareggio.
Secondo molti osservatori, Fischer non usò mai più di 2 minuti e mezzo per ogni partita, dando così, apparentemente, un grande vantaggio ad avversari fortissimi. Ma in realtà, mentre Tal scrisse correttamente che i più forti giocatori del mondo avrebbero potuto sconfiggere Fischer nel gioco blitz, sarebbe stato decisamente più appropriato dire che Bobby avrebbe potuto batterli molto, molto più spesso.
Per intenderci, ecco il tabellone del torneo, decisamente eloquente:

IL DOMINIO DI BOBBY: UN TENTATIVO DI SPIEGAZIONE
Il problema che nasce dalle osservazioni di Tal sul torneo di Herceg Novi è che non ci viene offerta alcuna spiegazione per il dominio di Fischer. Ci viene detto che “fino a poco tempo fa” Fischer “non ha giocato ‘lampo’ in maniera particolarmente convincente” ma che ora invece “gioca benissimo“: una vera contraddizione. L’opinione condivisa è, quindi, che improvvisamente Fischer manifestò una forza improvvisa, inspiegabile, laddove fino a quel momento vi era stata una relativa debolezza.
Su Internet, i denigratori di Fischer sostengono che Bobby ebbe soltanto una giornata di particolare forma a Herceg Novi in concomitanza con un appannamento dei suoi principali avversari. Se – beh, se… – Bobby avesse perso la partita  nel primo turno contro Tal (vinta effettivamente in maniera rocambolesca), allora forse il risultato finale sarebbe stato  diverso. Forse Bobby avrebbe “toppato” il torneo. Forse la volta successiva Bobby avrebbe potuto non dimostrarsi così forte. Può essere che …, e così via.

“Fischer tratta ogni partita come se fosse una partita di torneo, motivo per cui si impegna totalmente dalla prima mossa all’ultima anche in un torneo blitz.”
~ GM Alexei Suetin

La carriera scacchistica di Fischer è stata una di quelle più minuziosamente analizzate rispetto a quella di quasi qualsiasi altro giocatore, eppure sappiamo sorprendentemente poco della sua velocità di gioco. È vero: sappiamo che ha vinto il US Junior Speed Championship nel 1957 a 14 anni, e abbiamo questa testimonianza dell’insegnante di scacchi di Fischer, Jack Collins:

Quanto era forte Bobby? Ricordo la festa di San Silvestro del 1966-67 a casa nostra. All’epoca Bobby stava giocando il suo ultimo campionato americano, e naturalmente lo stava stravincendo. Erano presenti diversi Grandi Maestri e c’era molto da mangiare e da bere. Alle 2 del mattino Bobby voleva giocare a scacchi e aveva in mente un certo forte Maestro Internazionale. Bobby aveva bevuto un po’ di più del suo avversario, e ha insistito per giocare a scacchi alla cieca mentre l’avversario giocava sulla scacchiera. Ciononostante, ha vinto senza sforzo.

Ci sono anche storie di vecchi amici di Fischer relative a clamorose vittorie nelle “lampo” al Manhattan Chess Club negli anni ’50, e il biografo di Fischer Frank Brady ricorda un Bobby che diede a un giocatore di classe MI del calibro di William Addison, per di più giocando alla cieca, il vantaggio ottocentesco di pedone e  tratto (NdT: questa, in effetti, sembra una fanfaronata. Non risulta che nessuno avrebbe accettato simili condizioni di gioco negli anni ’50 del secolo scorso). Addison riuscì a malapena a pattare contro l’adolescente campionissimo americano! E poi c’è il punteggio incredibile di Bobby di 21½ su 22 in un torneo blitz tenutosi al Manhattan Chess Club nell’agosto 1971.
Facendo un semplice conto, Bobby realizzò 40½ su 44 (ovvero il 92%) in due importantissimi tornei blitz, quello di Herceg Novi e quello di Manhattan, affrontando giocatori che vanno dal titolo di Maestro Internazionale a ex campioni del mondo. Bobby stava trattando questa élite alla stessa stregua con cui i maestri trattano i giocatori di categorie inferiori nelle simultanee. Ciò che Hans Kmoch scrisse del clamoroso 11 su 11 di Fischer nel Campionato USA del 1963-64 – si congratulò con il GM Larry Evans, giunto secondo, per aver vinto il torneo e con Fischer per “la brillante esibizione fuori concorso” – si potrebbe dire del trattamento brutale di Fischer nei confronti di così tanti campioni del mondo e candidati per il Campionato del mondo.
Riflettiamo di nuovo su quel totale a dir poco  clamoroso – 40½ su 44, pari a +38 =5 -1. Questo punteggio non è solo un  agglomerato di numeri. Molte delle partite erano di così elevata qualità, che Mikhail Tal scrisse in una lettera confidenziale alla Federazione di scacchi dell’URSS che “i giochi blitz di Fischer sono materiale interessante per gli studi” in preparazione per il match Fischer -Spassky per il campionato del mondo a Reykjavik 1972. Ha poi citato il GM Alexei Suetin che aveva scritto: “Fischer tratta ogni partita come se fosse una partita di torneo, motivo per cui si impegna totalmente dalla prima mossa all’ultima anche in un torneo blitz“.

Un giovane Bobby Fischer … 
si diceva che fosse un vero gentiluomo alla scacchiera.

Chiaramente, l’opinione diffusa secondo cui Bobby era diventato praticamente invincibile nelle  “lampo” a cinque minuti in un solo anno è ridicola, se non altro perché era ovviamente sempre stato molto forte negli scacchi blitz. Dopotutto, questo è ciò che ci si aspetterebbe, probabilmente, dal più grande talento naturale nella storia degli scacchi. L’unico rivale di Bobby in blitz srebbe stato probabilmente José Capablanca, che insieme a Paul Morphy è uno degli altri due grandi geni naturali nella storia degli scacchi.

Se quindi le convinzioni diffuse hanno poco senso e, come vedremo, sminuiscono solo maliziosamente i risultati di Fischer, allora la domanda è: da dove deriva questa opinione? La risposta è che proviene da fonti sovietiche. Gli articoli che apparivano su importanti riviste di scacchi sovietiche come Shakhmaty e 64 venivano solitamente semplicemente ripresi o riassunti acriticamente dalle riviste occidentali di Scacchi .
A dire il vero, il blitz di Bobby nel 1955 non era lo stesso del blitz di Bobby nel 1970. Né, del resto, le  capacità blitz di Bobby nel 1960 erano uguali a quelle del 1970. Larry Evans ricorda:

“Nel 1960 ho giocato una maratona blitz a cinque minuti con Fischer che è durata forse tre o quattro ore. Abbiamo pareggiato dopo circa 25 partite. Nel 1970, tuttavia, non ero più un avversario temibile per lui a questa velocità.”

C’è anche un rapporto sul 17enne Fischer che giocava a scacchi veloci alle Olimpiadi di Lipsia del 1960, dove dominò specialisti del calibro di Robert Byrne e Miguel Najdorf (sì, quello  della  variante nella Siciliana). Secondo quanto riferito, Fischer non era ancora al livello di Korchnoi e Tal. Torneremo su Lipsia in seguito.

STUDIO SOVIETICO DEL GIOCO BLITZ DI FISCHER
Il libro “Russians versus Fischer” dei russi Dmitry Plisetsky e Sergey Voronkov contiene alcuni documenti di scacchi sovietici (precedentemente classificati) relativi a Bobby Fischer, nonché materiale proveniente da molti articoli di riviste di scacchi sovietiche. Questi articoli promossero il mito di Fischer come un giocatore-blitz relativamente debole, che inspiegabilmente e miracolosamente divenne bravo. È stato anche in questi articoli che grandi giocatori di scacchi come Boris Spasskij e Tal hanno scritto di Fischer in un tono che probabilmente non era il loro.
Non era il loro? Sto dicendo che le parole apparse sotto il nome di Spasskij, Tal e altri maestri sono state inventate da altri?
Dopo la Coppa Piatigorsky nel 1966, in cui Fischer e Spasskij si contesero colpo su colpo la vittoria finale, quest’ultimo disse:

“Fu solo dopo il mio ritorno a Mosca che appresi che il giornale Sovietsky Sport aveva pubblicato un’intervista con me, in cui si diceva: ‘Durante la sua partita con Spassky al 17° turno, Fischer chiese la rimozione dalla sala di una donna i cui ferri da maglia -sosteneva- disturbavano il silenzio e lo irritavano.’ … Devo dire che questa cosa io non l’ho vista e, quindi, non avrei mai potuto dire nulla del genere.”

“Fischer è troppo profondamente convinto di essere un genio.”
~ Mark Taimanov nel 1960

Oppure c’è questa citazione, presumibilmente di Tal, sul comportamento di Fischer durante l’incontro del 1970 fra URSS e Resto del Mondo:

“Fischer è un figlio di uno stile di vita diverso dal nostro, e tutte le sue azioni sono il risultato dell’educazione che ha ricevuto. Ma nel complesso, non è un cattivo ragazzo, di aspetto piacevole, un po’ grande e un po’ imbarazzante, ma con un sorriso bonario e molto accattivante.”

La linea secondo cui Fischer era “caratterizzato da uno stile di vita diverso” (cioè il capitalismo) appariva spesso nella stampa di scacchi sovietica, ma dalle successive interviste con Tal e altre personalità di scacchi sovietiche sappiamo che questi attacchi a Fischer provenivano dalla penna di oscuri redattori sovietici piuttosto che dalla bocca di uomini come Tal e Spasskij.
Un tema tipico nello studio sovietico di Fischer è che i suoi risultati sono stati miracolosi o, per dirla con le parole di Sovietsky Sport:È accaduto un miracolo“. Questo concetto di causalità al di là delle  capacità di Fischer è diventato un elemento fondamentale della scrittura sovietica su Fischer, che si ostinava a negare sottilmente il suo status di genio unico.

Fischer è troppo profondamente convinto di essere un genio“, scrisse per esempio Mark Taimanov nel 1960, e dichiarazioni con lo stesso tono apparivano spesso nelle pubblicazioni di scacchi sovietiche. Uno dei più eclatanti fu un altro rapporto di Taimanov (o di un redattore sovietico) dopo che Fischer perse contro Spasskij alle Olimpiadi di Siegen nel 1970. “Persino alcuni americani (i cui nomi non ho intenzione di rivelare, essendo un partito neutrale) non erano troppo turbati dal sconfitta del loro giocatore principale. “È tempo che Fischer abbia dimostrato che, in fin dei conti, non è il genio che si definisce“, è stato il loro commento. Alla fine, tuttavia, l’accettazione della realtà ha scardinato l’ostinata negazione, e Tal dichiarò onestamente che secondo lui Fischer era “il più grande genio che fosse disceso dal cielo scacchistico“.
Nel 1958 il quindicenne Fischer visitò Mosca insieme a sua sorella. Yuri Averbakh (ad oggi, con i suoi 97 anni, il più anziano GM vivente) ha ricordato come il Campione degli Stati Uniti abbia giocato blitz al Central Chess Club, apparentemente distruggendo sula scacchiera giovani promesse come Yevgeny Vasyukov e Alexander Nikitin. Nel 1971, subito dopo la partita Fischer-Taimanov, Bobby stupì Vasyukov ricordando perfettamente a memoria le sue partite giocate contro di lui 13 anni prima. Torneremo fra breve su questa incredibile performance mnesica.
A Mosca nel 1958, Bobby voleva fare di più che giocare contro gli emergenti. Voleva giocare contro il campione del mondo e l’elite scacchistica del’URSS.
Tigran Petrosjan – o un redattore sovietico che ha inventato i commenti di Petrosian – ha poi affermato: “Ero la persona convocata al Club per affrontare un giovane che stava demolendo i maestri di Mosca nelle partite-lampo.” Quanto bene abbia affrontato Fischer rimane poco chiaro. Il biografo di Fischer, Frank Brady, afferma che Bobby vinse “alcune partite” con Petrosian, che era già stato due volte candidato per il titolo mondiale. Se il match fu davvero combattuto, allora non è vero che  Petrosjan ha “affrontato bene” un 15enne.
In effetti, si sospetta che Fischer abbia ottenuto ottimi risultati a Mosca. Ecco un passaggio rivelatore delle memorie di GM Mark Taimanov:

La memoria di [Fischer] era qualcosa di straordinariamente sorprendente. Solo un altro esempio. Successe a Vancouver, in Canada, nel 1971. Alla chiusura del mio tristissimo match contro Fischer (Taimanov perse il  match 0-6, NdT), Fischer e io eravamo seduti con altri Grandi Maestri a un banchetto e stavamo parlando pacificamente dopo le battaglie precedenti. La conversazione ruotò attorno al nostro  match fino a quando il mio secondo, Evgenij Vasyukov , si rivolse improvvisamente a Fischer:
“Bobby, ricordi che nel 1958 hai trascorso diversi giorni a Mosca e hai giocato parecchie partite contro i nostri giocatori? Io ero uno di loro. ”
“Certo che me ne ricordo”, rispose Fischer.
“E ricordi anche il risultato?”, chiese Vasyukov.
“Perché solo il risultato?” Rispose Fischer. “Ricordo tutte le partite e le mosse. La prima fu una Difesa Francese.”
E sciorinò, una dopo l’altra, tutte le mosse di quella prima partita.

Non c’è nulla di assolutamente incredibile in questo aneddoto. Tuttavia, la conversazione tra Vasyukov e Fischer non sembra vera. L’unica possibile verità che si nasconde dietro il racconto di Taimanov è che Bobby avesse effettivamente  giocato molto bene in blitz nel 1958.

A Mar del Plata 1960, Fischer e Boris Spasskij stracciarono gli altri concorrenti condividendo il primo premio con il punteggio di 13½ su 15. Il campione sovietico terminò addirittura imbattuto (+12 -0 =3), mentre Fischer ottenne il  medesimo punteggio (+13 =1  -1), ma perdendo lo scontro diretto  in un Gambetto di Re memorabile, che spinse l’americano a  cercarne la confutazionenel suo “60 partite da ricordare“. In un commento al torneo, Spasskij scrisse:

“Bobby è in grado di giocare a scacchi in qualsiasi momento del giorno o della notte. Spesso può essere visto giocare blitz dopo una faticosa sessione serale di partite aggiornate. Il campione degli Stati Uniti gioca a 5 minuti con piacere e, anzi, con gusto. L’unica cosa che non gli piace negli scacchi è perdere. In questi casi i pezzi vengono immediatamente rimessi in ordine, per la rivincita. La mancata rivincita sconvolge notevolmente Fischer. Risponde in fretta alle mosse e, nel tentativo di calmarsi, continua a ripetere che ha una posizione facilmente vinta”.

Spasskij presumibilmente mise anche una pulce nell’orecchio dello scacchismo sovietico, affermando che Fischer si era ormai completamente immerso nello studio. “In un’occasione” – disse- “ha notato un bollettino dell’ultimo campionato dell’URSS. Questo gli fece brillare gli occhi ed esclamò: ‘È proprio quello di cui ho bisogno!’ Chiese il permesso di prendere il bollettino e svanì immediatamente. Fischer è uno dei lettori più diligenti delle nostre riviste di scacchi. Segue sempre quali delle sue partite sono pubblicate sulla nostra stampa.
Sicuramente queste affermazioni sembrano plausibili, e  Spasskij ne è verosimilmente l’autore di buona parte. Però in alcuni punti il tono sembra ben diverso da quello, misurato e signorile, del buon Boris: per esempio, il fuggevole riferimento alla reazione di Fischer alla sconfitta (senza mai citare alcun esempio concreto di partite-lampo a Mar del Plata) non sembra nello  stile  di Spasskij.
Ecco invece come il giornalista jugoslavo Dmitrije Bjelica ha riferito di un mini-match a 5  minuti tra Tal e Fischer alle Olimpiadi di Lipsia del 1960, un resoconto apparso sulla stampa di scacchi sovietica:

Fischer era alla ribalta alle Olimpiadi. Tal era in ritardo e Bobby continuava a chiedere quando sarebbe arrivato il Campione del mondo. “Forse Tal non vuole giocare con me? Ha vinto quattro volte contro di me nel Torneo dei Candidati e ora ha paura di concedermi la  rivincita!
Alla fine Tal arrivò. E sebbene fosse stanco dopo il suo viaggio, non volle rifiutare a Fischer alcune partite blitz. Giocarono cinque partite e Tal vinse 4 a 1. Ma Bobby, contrariamente alla sua abitudine, non si arrabbiò, perché Tal prontamente demolì anche Najdorf, che in precedenza aveva irritato moltissimo Bobby.
Era successo che in un altro  momento Najdorf aveva chiesto a Fischer un autografo. Bobby aveva accettato, ma aveva preteso un dollaro. Naturalmente Najdorf si sentì grandemente offeso. Poi venne il momento della loro partita alle Olimpiadi. Bobby ottenne presto una posizione vinta, ma commise un errore che consentì a Najdorf di pattare. Bobby quindi spazzò via i pezzi con disgusto e Najdorf disse semplicemente: “Non giocherai mai più in Sud America …”

L’immagine che Bjelica dipinge è una specie di ritratto di Dorian Bobby. Non credo che Fischer abbia detto: “Ha [Tal] vinto quattro volte contro di me nel Torneo dei Candidati e ora ha paura di una rivincita!” C’è anche l’affermazione che Bobby “facesse volare via i pezzi dalla  scacchiera” contro Najdorf e che di solito si arrabbiava moltissimo quando perdeva nelle partite blitz. Spasskij in realtà non fece mai alcuna affermazione del genere quando parlava di Mar del Plata nel 1960, e Tal in seguito avrebbe affermato con forza: “È anche importante ricordare che [Fischer] era un vero gentiluomo durante le partite. Era sempre molto preciso e molto corretto.

In meno di 10 minuti Fischer aveva perso la prima partita. Ha perso la seconda ancora più velocemente. Geller stava ridendo così tanto, da avere lelacrime  agli occhi.
~ storia di un Fischer stordito dopo essere stato umiliato dal leggendario Leonid Stein, secondo un racconto di Efim Geller

Il problema più grande con l’aneddoto riferito da Bjelica è che è contro le leggi sia della fisica newtoniana che di quella di Einstein! Secondo Bjelica Tal e Fischer hanno giocato immediatamente dopo l’arrivo di Tal alle Olimpiadi di Lipsia, il cui primo turno si è  tenuto il 17 ottobre 1960. Bjelica afferma quindi che Tal ha vinto 4-1 ma che Bobby non si è arrabbiato perché Tal “ha prontamente” battuto Najdorf, con il quale Fischer era infuriato a causa della summenzionata disputa sull’autografo a pagamento e della loro partita alle Olimpiadi. In realtà, è facile verificare che la Fischer-Najdorf si giocò solo il 4 novembre 1960, più di due settimane dopo il presunto match-blitz fra Tal e Fischer!
Sorge quindi il dubbio: Tal ha davvero battuto Fischer 4-1? Ci sono state, forse, altre sessioni di partite a 5  minuti tra i due Grandi della scacchiera in cui ha trionfato Fischer? Difficile da dire. Ma ciò che si può affermare è che il resoconto di Bjelica, apparso sulla stampa sovietica, non può essere attendibile.
Il primo trionfo assolutamente incredibile di Bobby Fischer fu Stoccolma 1962, il torneo interzonale in cui segnò 17½ su 22, terminando primo e imbattuto  con ben 2½ punti di vantaggio in una competizione a cui partecipavano quattro Grandi Maestri sovietici. I resoconti sovietici attribuirono a Fischer una prestazione notevole, ma c’erano anche i soliti attacchi sarcastici diretti contro la sua persona.
Efim Lazarev, il biografo del GM Leonid Stein, racconta la seguente storia di una sessione di partite-lampo tra Fischer e il vulcanico Grande Maestro sovietico (scomparso per infarto a  soli 38 anni) la notte dopo il primo turno a Stoccolma:

Quella sera, dopo il turno, Stein venne a trovare Geller. Anche Fischer fece un salto. Nel suo russo esitante suggerì una partita di scacchi a 5 minuti con Geller. Geller era chiaramente di cattivo umore quella sera [aveva perso contro uno sconosciuto Maestro Internazionale colombiano], ma, sentendo l’offerta, non riuscì a trattenere un sorriso malizioso e, indicando Stein, che era seduto appartato in un angolo con aria  dimessa, disse: “No, non mi va. Gioca con lui invece.
Dato che Fischer non era stato presente al sorteggio e Stein non aveva giocato al primo turno, l’americano non lo conosceva. Geller li presentò. All’inizio Bobby si rifiutò di giocare con qualcuno che aveva scambiato per un principiante, qualcuno che chiaramente non poteva essere un degno avversario negli scacchi blitz. Alla fine,  però accettò di giocare un paio di partite con “il signor Stein”, ma aggiungendo che non avrebbe giocato gratis. Fischer quindi propose una piccola posta in palio: 10 corone. Per eguagliare le loro possibilità, offrì “al signor Stein” un handicap: se “il signor Stein” avesse raccolto anche solo  due punti in cinque partite, la posta sarebbe stata sua.
Molto bene“, fu la  risposta di Stein.
In meno di 10 minuti Fischer aveva perso la prima partita. Perse la seconda ancora più velocemente… Geller aveva le lacrime agli occhi per le risate.
Il risultato sorprese Fischer, che propose di giocare a parità di condizioni.
Con molto più rispetto per il nuovo arrivato, iniziò a giocare in modo meno avventato, ma non riuscì a cavare un ragno dal buco. Nelle serate che seguirono, Bobby invitò spesso Stein, con il quale era diventato amico, a nuove partite-lampo, nelle quali vincevano alternativamente.

Il precedente resoconto di Lazarev puzza decisamente di bruciato,  però.
In primo luogo, Bobby conosceva sicuramente i nomi dei suoi avversari nell’Interzonale e si sarebbe preparato per le partite contro ognuno di essi.
In secondo luogo, l’autore afferma che Bobby si rivolgeva al GM Stein chiamandolo “signor Stein”, e l’ipotesi secondo cui non avrebbe associato i due nomi è completamente assurda.
In terzo luogo, tutti concordano sul fatto che Bobby conoscesse la letteratura scacchistica sovietica in una maniera molto approfondita, ricordandone praticamente ogni dettaglio: poiché la fotografia di Stein era stata pubblicata su numerose riviste nel 1962, è praticamente impossibile che non lo avesse riconosciuto.
In quarto luogo, dopo aver presumibilmente perso una partita di velocità con Stein, l’autore afferma ancora che Bobby continuava a considerarlo un principiante/dilettante piuttosto che il forte Grande Maestro che Fischer aveva verosimilmente riconosciuto fin dall’inizio o, al massimo, dopo la prima partita tra loro.
Infine, l’autore parla di ulteriori incontri di scacchi durante le serate successive, sostenendo che “vincevano alternativamente”. Quest’ultima frase è insignificante, e non abbiamo idea di quale sia stato il reale punteggio delle sfide.
Dopo il 1962, le notizie sovietiche sulla velocità di Fischer scompaiono. Si parlò di una qualche partita amichevole tra Fischer e Stein all’Avana del 1966, ma non molto di più.

In conclusione, il  buonsenso dovrebbe portare a queste considerazioni,  in contrasto con la diffusa opinione di un Fischer poco avvezzo al gioco veloce:
1. Precedenti resoconti sovietici esagerarono i problemi di Fischer nel gioco di velocità come uno stratagemma per sottintendere che non era un genio assoluto degli scacchi pressoché impareggiabile;
2. Già alla metà degli anni ’60 (come suggerito dalla testimonianza di Jack Collins, Frank Brady e altri), Fischer era diventato assolutamente formidabile e quasi invincibile negli scacchi da cinque minuti; e
3. I sovietici smisero di scrivere sulle  capacità blitz  di Fischer perché le terribili storie su Bobby che facevano circolare i maestri sovietici non erano gradite nelle prestigiose pagine di 64 e Shakhmaty .

Robert James Fischer (a destra) contro Boris Spassky a Reykjavik.

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