Troppo poco, troppo tardi
Pur commettendo seri errori in apertura, Sherwin perde parecchie opportunità per pareggiare il gioco. Dimostrando quella virtuosità tecnica che diverrà in seguito la sua caratteristica peculiare, Fischer, con stupefacente maturità, rafforza gradualmente la propria posizione accumulando piccoli vantaggi: il controllo del centro e la coppia degli Alfieri. Sherwin, nel frattempo, cerca a sua volta di consolidare la propria posizione… solo per vedere il suo quattordicenne avversario rovinargliela con un fulminante sacrificio, che richiama le combinazioni di Alechin: anch’esse sembravano scaturire dal nulla dal nulla.
Sherwin, per quanto scosso, si difende a spada tratta, ma tuttavia alla fine la sua difesa deve capitolare di fronte ad una geniale serie di attacchi contro il suo Re indifeso.
Larry Evans, introduzione alla prima partita
Marzo 2020. Ricordate tutti cos’è successo, no? Il 9 marzo 2020 Giuseppe Conte, a reti unificate annuncia all’Italia che si sarebbe iniziato quello che poi sarebbe stato chiamato “lockdown”. E così, in una di quelle sere di marzo (a memoria, si parla più o meno del 15-16 marzo), durante una delle passeggiate che io e papà facevamo con Lilly, facemmo una scommessa: se avessi indovinato una mossa di una determinata partita, lui mi avrebbe pagato un anno di abbonamento per giocare online con l’X-Box. Di che partita si parla? Ovviamente della partita di quest’articolo! Così, io scommisi: “La diciottesima mossa della Fischer-Sherwin in Sessanta Partite da Ricordare (che io, e lo ricordo come sempre, Amazon non ci paga, consiglio assolutamente di comprare per migliorare e provare ad entrare nella mente del più forte giocatore di tutti i tempi) è Cxh7!” Papà, che non si fidava, accettò. Tornammo a casa, aprimmo il libro (che abbiamo in due versioni, una quella linkata precedentemente, e l’altra in foto, perché per un periodo una delle due l’abbiamo persa) e con somma sorpresa di papà, ma non mia che, ovviamente ero convinto di ciò che dicevo, la diciottesima mossa era proprio Cxh7!
Detto questo, io vi lascerei alla partita, dato che di chiacchiere personali ne abbiamo già fatte troppe.
P.S. I commenti sono interamente miei e non voglio neanche pensare di avvicinarmi ai commenti di Fischer ed Evans. Detto questo, buona lettura!
Una bella partita in cui un quattordicenne Fischer (io a quell’età ero appena arrivato terzo nell’Open B del torneo di Fiuggi ex aequo con quello che sarebbe poi diventato un amico di molte avventure, il Sempreverde Umberto Carlacci, a cui, se mi legge, mando i miei più cari abbracci), comincia a lanciare al mondo il suo grido di battaglia all’URSS, anzi alla Russia visto che lui, che era avanti non solo scacchisticamente, li chiamava Russi, grido di battaglia che si chiuderà nel 1972 nel match di cui abbiamo già parlato.
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